L’11 giugno 2017 Dimitri Fricano, 32enne di Biella, ha tolto la vita alla fidanzata Erika Preti, 28enne, infliggendole 57 coltellate durante la loro vacanza in Sardegna. La Corte d’assise, dopo aver smascherato e riconosciuto anche la simulazione di reato da parte di Fricano, una finta rapina finita male, gli confermò la condanna di cercare a 30 anni per omicidio. Il 32enne ha avuto la condanna definitiva dalla Cassazione nell’aprile 2022. Ora l’uomo dal carcere passerà ai domiciliari perché è un “obeso iper-fumatore”.
Biella, ai domiciliari per via dei 200 kg e delle 100 sigarette al giorno
“I giudici hanno stabilito che Fricano non è compatibile con il regime carcerario, deve essere curato a casa” queste la sentenza contenuta nell’atto del tribunale resa nota dai due difensori dell’uomo, Alessandra Guarini e Roberto Onida. I problemi di salute del detenuto sono scaturiti dal suo peso: dai 120 chili di peso di quando era entrato nel penitenziario è arrivato a 200 chili. Questi gli comportano difficoltà nella deambulazione e un elevato rischio cardiovascolare. Il 32enne, poi, aggraverebbe ulteriormente la sua condizione di salute fumando almeno 100 sigarette al giorno.
Biella, carcere Vallette: cucina non adeguata e “barriere architettoniche”
La detenzione nel carcere torinese Le Vallette finisce qui per Fricano, visto che la struttura penitenziaria è impossibilitata nel fornire al detenuto pasti ipocalorici adatti alla sua dieta. Oltre alla cura dimagrante ci sarebbe anche il problema delle “barriere architettoniche”: visto il peso il detenuto ha difficoltà ad adattarsi agli spazi del carcere. Per questo, secondo i giudici del tribunale di sorveglianza, la soluzione ottimale sarebbe quello di trasferirlo a casa sua, dove potrà ricevere le cure adatte a lui circondato e sostenuto da amici e dalla famiglia.
Dalla finta rapina alle briciole sulla tavola
C’è voluto un mese prima di scoprire il vero movente dell’omicidio di Erika Preti, visto che Dimitri Fricano, 32enne di Biella, ha cercato di farla franca raccontando una menzogna su come era andata quella sera d’estate nella villetta a San Teodoro, nel nord della Sardegna. Il 32enne, dopo averla uccisa, ha dichiarato agli agenti che c’era stato un tentativo di rapina finito male e che lui con la morte della giovane fidanzata non c’entrava niente.
Così non era, infatti, dopo un mese si presentò in procura a Biella per ammettere le sue colpe e confessare ciò che aveva fatto. L’omicidio della compagna 28enne è avvenuto in seguito ad una lite futile: lei lo aveva sgridato perché stava facendo troppe briciole sul tavolo lui l’ha pugnalata 57 volte.
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