Papa Francesco è ora sepolto nella dura terra all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore e, mentre i fedeli si raccolgono in preghiera nelle messe a suffragio del Pontefice, i Cardinali provenienti da tutto il mondo si organizzano in vista del prossimo Conclave. Dal prossimo 5 maggio, ogni giorno è buono per chiudere le porte della Cappella Sistina e dare inizio alla votazioni che porteranno all’elezione del nuovo Pontefice. Eppure, ad oggi, risulta ancora irrisolta una questione che potrebbe mettere in pericolo le votazioni.
Il Cardinale Angelo Becciu può prendere parte al Conclave? Una domanda ancora senza risposta che rischia di rendere ancora più divisive le prossime votazioni. Il porporato si trova in questa situazione a causa di un’inchiesta che lo vede protagonista, in quanto accusato di aver acquistato con i fondi della Santa Sede un palazzo di Londra dal valore di 200 milioni di euro. Nel 2020, quando il caso diviene mediatico, il cardinale si dimette dall’incarico di prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e il 24 settembre di quello stesso anno il Papa priva Becciu dei suoi compiti da Cardinale. Nel 2023, il porporato viene condannato per peculato e truffa aggravata a cinque anni e sei mesi di carcere.
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Becciu, però, continua a dichiararsi innocente e il prossimo 22 settembre avrà inizio il processo di appello sulla gestione dei fondi della segreteria di Stato e la compravendita del Palazzo londinese. Lasciando fuori le questioni puramente giuridiche, il nodo che i cardinali dovranno sciogliere riguarda proprio la possibile partecipazione di Becciu al Conclave. Ad aggravare la situazione, infatti, vi sarebbe la presenza di due documenti, firmati dal Papa Francesco con un “F“, che il già segretario di Stato Pietro Parolin ha presentato a Becciu come prova della decisione del Pontefice di escluderlo dal Conclave.
Il caso Becciu e la possibile esclusione dal Conclave
Si tratta di due lettere dattiloscritte, una risalente al 2023 e l’altra allo scorso marzo, firmata da Bergoglio a Casa Santa Marta, dopo il ricovero all’ospedale Gemelli di Roma. Al momento, quindi, risulta fondamentale comprendere che peso potrebbero avere queste due lettere nella decisione dei Cardinali. Secondo il diritto canonico, in Vaticano “non esiste alcun decreto firmato da Francesco che impedisca a Becciu di entrare nel Conclave“, come riporta Vida Nueva, eppure il rischio dell’esclusione del cardinale sardo rimane.
Affinché la questione sia risolta, la Santa Sede sta riflettendo sulla possibilità di organizzare una sorta di pre-Conclave, ovvero una votazione con i Cardinali già giunti a Roma, a cui spetterà il compito di decidere se Becciu possa o no partecipare all’elezione del prossimo Pontefice. “Saranno i miei confratelli cardinali a decidere“, ha infatti dichiarato lo stesso protagonista della questione.
Il voto, comunque, non si prospetta semplice a causa delle divisioni esistenti tra i Cardinali. Il decano Giovanni Battista Re, che ha guidato i riti funebri del Pontefice, avrebbe già dichiarato di essere favorevole alla presenza di Becciu nel Conclave, mentre il Camerlengo Kevin Jospeh Farrell avrebbe rivelato che Papa Francesco gli avrebbe espresso a voce la sua volontà di escluderlo dalle votazioni. Queste però sono solo due visioni, che vanno moltiplicate tra due centinaia di porporati.
Inoltre, a preoccupare il Vaticano vi è anche la possibilità che Becciu possa decidere di impugnare la decisione del Conclave, appellandosi a un diritto leso. Sin dalla morte di Papa Francesco, il cardinale ha perorato la sua causa, sottolineando di essere nel pieno delle sue facoltà e di non aver perso i diritti di porporato. Secondo alcuni, Becciu sarebbe stato reintegrato di fatto nella sua posizione, in quanto Bergoglio lo avrebbe invitato nel collegio cardinalizio e nei concistori. Dal 2022, infatti, il cardinale ha potuto prendere parte agli eventi pubblici.
Il ruolo di Parolin e la scelta di rendere pubbliche solo ora le lettere
Inoltre, a destare una certa curiosità vi è anche la decisione del cardinale Parolin di mostrare le due lettere firmate da Francesco solamente al terzo giorno di congregazione. Perché non ha immediatamente mostrato le carte? Secondo alcuni, questa sua decisione era legata alla volontà di cercare di convincere prima il cardinale sardo a rinunciare alla sua battaglia. Ma, di fronte alla sua combattività, Parolin si è visto costretto a ricorrere alle due missive.
Questa scelta, però, potrebbe costargli alcune inimicizie all’interno del Conclave e quindi diversi voti. In molti, infatti, potrebbero dubitare della trasparenza della votazione, rendendo ancora più complessa l’elezione del nuovo Pontefice.
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