Baby Gang indagato per aver videochiamato Niko Pandetta in carcere

Baby Gang ancora indagato. Il rapper 24enne ha mostrato al pubblico di un suo concerto il suo cellulare in videochiamata con Niko Pandetta, detenuto nel carcere di Rossano, e ora rischia l'accusa di concorso in accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti

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Continuano i guai con la giustizia per il rapper Baby Gang, 24 anni, al secolo Zaccaria Mouhib. Lo scorso marzo, la Cassazione aveva confermato per lui la pena di 2 anni 9 mesi per rissa, lesioni e detenzione di arma clandestina, nel processo sulla sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio 2022 a Milano.

Le indagini nei confronti di Baby Gang

Oggi la Procura di Catania ha avviato nuove indagini nei confronti del rapper, finito sotto lo sguardo degli inquirenti per la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival di Catania. Nel corso dell’evento Baby Gang mostra al pubblico sul suo smartphone quella che è sembrata essere una videochiamata con Vincenzo Pandetta, detto Niko, detenuto nel carcere di Rossano, in provincia di Cosenza, dall’ottobre del 2024 per spaccio. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali.

Per verificare se Pandetta abbia realmente avuto la possibilità di videochiamare dal carcere o quello mostrato da Baby Gang fosse un contenuto già registrato in precedenza, la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti e il 3 maggio scorso è stata necessaria una perquisizione nella cella dove è recluso il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. La polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino e per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

Sequestrato lo smartphone della videochiamata

Intanto Baby Gang è indagato per concorso di reato, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, le cui prescrizioni gli inibivano di raggiungere il comune di Catania. Gli agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito un decreto di perquisizione nella dimora del rapper a Calolziocorte (Lecco) e nella quale hanno sequestrato lo smartphone con la quale sarebbe avvenuta la presunta videochiamata. Il telefono nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi. All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni.

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