Un ragazzo di 32 anni, dipendente dello stabilimento della Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, dove lavorava come ingegnere, è deceduto in Scozia per un’inspiegabile infezione. Il giovane, appassionato di trekking e di viaggi, aveva deciso di approfittare del ponte del 25 aprile e del Primo Maggio, per andare in vacanza in Scozia, Nazione dai paesaggi mozzafiato e perfetta per una fuga dalle responsabilità lavorative.
Per il 32enne, però, il viaggio ha immediatamente preso una piega preoccupante. Subito dopo essere arrivato in Scozia, il giovane si è accorto che la sua gamba era stranamente gonfia. Nel giro di poche ore questa è diventata nera, convincendo il ragazzo a recarsi nell’ospedale più vicino. In pochi giorni, le condizioni di salute del 32enne si sono fortemente aggravate, fino a portarlo al decesso avvenuto a pochi giorni dal suo arrivo in Scozia.
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Scozia, un virus come causa della morte
Sembrerebbe che dal momento dell’arrivo del 32enne in ospedale, i medici scozzesi abbiano riconosciuto come causa del gonfiore e dell’annerimento della gamba un batterio. Il giovane, dopo poche ore dal ricovero ha iniziato a mostrare i sintomi di una polmonite, che hanno manifestato come l’infezione si fosse velocemente spostata nei polmoni. Il giovane italiano, quindi, è stato trasferito in terapia intensiva e sottoposto a tre cicli di antibiotici per debellare il batterio.
L’aggravarsi delle condizioni dell’ingegnere, però, ha fatto comprendere ai medici dell’ospedale in Scozia che ciò che stavano trattando era in realtà un virus e non un batterio come avevano inizialmente ipotizzato. Da qui il motivo per cui i cicli di antibiotico sembravano non funzionare. Per l’ingegnere però, la situazione diventava di ora in ora più tragica. L’infezione ha raggiunto infatti il cervello, provocandogli un’emorragia celebrale fatale che il 3 maggio scorso lo ha ucciso.
Le parole dei parenti dell’ingegnere 32enne
“Mio nipote stava benissimo, godeva di ottima di salute” ha raccontato la zia del ragazzo deceduto in Scozia, la quale insieme al padre del giovane si sarebbe recata in ospedale per comprendere cosa stava accadendo. “Quando siamo arrivati era ancora lucido e parlava, poi la febbre si è alzata ed è subentrata un’emorragia celebrale” ha raccontato la donna, per poi chiarire: “Inizialmente i medici pensavano che all’origine ci fosse un batterio e gli avevano somministrato tre cicli di antibiotici, che non hanno però dato gli esiti sperati. Hanno quindi capito che all’origine dell’infezione c’era in realtà un virus“.
La zia della vittima, poi, ha voluto sottolineare: “Se mio nipote avesse sospettato di non stare bene, non sarebbe nemmeno partito per questa breve vacanza che sognava così tanto. È stato un fulmine a ciel sereno“. Resta da chiarire, quindi, in che modo il 32enne sia entrato in contatto con il virus e come questo sia riuscito ad ucciderlo in così poco tempo.
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