Molestie all’UniTo, video e foto esplicite alle studentesse: sospeso docente per 30 giorni

La sanzione dell'Università di Torino sembra troppo blanda rispetto alle accuse scottanti. Sono nate proteste all'interno dell'Ateneo e sia il rettore che il ministro Bernini hanno espresso solidarietà, così come parole di speranza per un futuro dove le molestie non saranno presenti in nessun luogo, comprese le Università. Tante parole, ma come sottolineano gli studenti, a mancare sono i fatti

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Decine di segnalazioni ai vertici dell’Ateneo, video e immagini come prove scottanti delle molestie e tanti messaggi poco professionali che l’Università di Torino non ha potuto ignorare. Un professore di Filosofia dell’Ateneo è finito al centro delle polemiche grazie al coraggio di tante giovani donne che hanno deciso di smettere di sopportare e di denunciare il loro docente. Segnalazioni che non sono state riportate alle forze dell’ordine ma che per ora riguardano solamente l’Ateneo, che ha deciso di procedere con la sanzione del professore in autonomia.

La comunicazione della sospensione è arrivata dal direttore del dipartimento di Filosofia, durante l’ultima riunione in cui è stato spiegato ai professori, al personale tecnico e agli studenti che uno dei docenti avrebbe ricevuto l’ordine di non tenere lezioni per trenta giorni, rinunciando così ad una mensilità di stipendio. Una punizione che secondo alcuni, docenti compresi, sarebbe troppo blanda a causa della gravità delle prove a suo carico.

Molestie all’UniTo, la protesta di “Nonunadimeno

Lo scorso martedì, poco dopo la notizia della sospensione del docente, sono apparsi sui muri del rettorato dell’Università di Torino una ventina di foglietti con sopra riportate le molestie fisiche e verbali finora denunciate all’interno dell’Ateneo. Si tratta di una delle proteste dell’Associazione Nonunadimeno che ha raccolto attraverso un questionario “alcune testimonianze di violenze subite che sono state riportate al comitato unico di garanzia, l’organo dell’università che si dovrebbe occupare delle discriminazioni. Ma non è stato fatto niente“.

Gli studenti e le studentesse hanno quindi deciso di prendere in mano la situazione e protestare contro ogni tipo di violenza che si verifica o si è verificata all’interno dell’Università. Anche il Rettore Stefano Geuna ha deciso di prendere una posizione, in sostegno delle posizioni degli studenti: “All’interno dell’Università non ci deve essere spazio per nessuna forma di violenza contro le donne. Ci stiamo impegnando concretamente per contrastare ogni tipo di violenza di genere“. Parole che però non hanno convinto, soprattutto perché associate alla decisione poco severa nei confronti del professore ordinario accusato di molestie.

Molestie all’UniTo: le parole del ministro Bernini

L’Università è il luogo dove studentesse e studenti si formano e si preparano per il futuro. È lo spazio dove si alimenta il futuro di tutti. Non può essere, mai, un luogo di molestie“, queste le parole del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che ha deciso di inserirsi nelle polemiche nate nell’Università di Torino.

La ministra Bernini
Anna Maria Bernini

Nessun tentativo di giustificare ma solo parole di sostegno per le vittime e per la giovani studentesse che continuano a lottare contro ogni tipo di violenza: “Le nostre comunità accademiche devono saper sostenere, essere vicine alle studentesse, dare la forza a chi ha subito episodi di violenza di denunciare, permettendo così alla magistratura di fare il suo percorso. Ma non basta” dice il ministro Bernini perché “occorre costruire Atenei dove le studentesse non abbiano paura di rivendicare i propri diritti di libertà, ricevano il dovuto rispetto per la loro persona, per i loro obiettivi e per i loro sogni“.

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