Le fiamme gialle hanno individuato circa un migliaio di utenti che vedevano le trasmissioni delle principali piattaforme di streaming calcistico senza un regolare abbonamento
Finiti sotto i controlli del Nucleo Speciale della Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della finanza ben 500 risorse web e 40 canali di Telegram per lo streaming pirata. Gli accertamenti della GdF sono scattati in previsione dell’ultima giornata di campionato di serie A e della finale di Conference League. Gli specialisti informatici hanno intercettato centinaia di nuovi servizi e risorse dedite alla vendita di IPTV.
Il fenomeno dello streaming pirata – Internet protocol television – è un metodo illegale per vedere film, serie tv, match sportivi o altri eventi. Le procedure dei gruppi Telegram intercettati nei controlli – alcuni dei quali contavano più di 20mila iscritti – erano basate sulla condivisione di link utili alla visione di contenuti messi in onda su qualsiasi canale televisivo e “Pay tv”, compresi anche Dazn e Sky.
L’offerta era pubblicizzata in un unico abbonamento chiamato “Applicazione Ufficiale”, con cui gli utenti avrebbero potuto visualizzare le trasmissioni in diretta seguendolo da qualsiasi dispositivo (smartphone, tablet, pc, televisore ecc..). All’utente era persino garantita una prova gratuita della durata di un’ora, garantita dall’anonimato.
Il sequestro è avvenuto simultaneamente alla prima gara del weekend e poi proposto nuovamente nel match che ha visto scontrarsi la Roma contro il Feyenoord mercoledì 25 maggio.
Gli investigatori hanno chiuso i siti di trasmissione, implementando un sistema di tracciamento degli utenti che avrebbero provato a collegarsi.
Gli utenti del servizio pirata sono stati reindirizzati a un pannello informativo in cui si avvertiva che il sito visionato era sotto i sigilli della finanza e che ogni dato sarebbe stato tracciato.
Le analisi svolte, poi, hanno consentito di verificare l’esistenza di un sistema di gestione dei flussi informatici, chiamato “Stream Creed”, che risulta derivare dalla “Xtream Code”, piattaforma mondiale che nel 2019 era stata smantellata dallo stesso Nucleo Speciale.