Ucraina, presentate proposte di pace, ma Vance avverte: “La guerra non finirà presto”

Gli accordi sulle terre rare firmati con Washington sono stati salutati dall'Ucraina come un notevole passo avanti nelle trattative. I mediatori Usa continuano a dirsi scettici su una risoluzione in tempi brevi del conflitto, manifestando insofferenza

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La possibilità di un’intesa tra Kiev e Mosca per raggiungere un accordo di pace in Ucraina sembra cominciare ad assumere concretezza. Dopo lo storico incontro in Vaticano tra Zelensky e Trump abbiamo assistito a una delle prime occasioni in cui le trattative hanno portato a risultati ritenuti apprezzabili dalle parti in gioco: è il caso ad esempio dell’accordo sulle terre rare, per la prima volta definito da Kiev “davvero equo“.

In un post su Telegram il presidente Zelensky ha commentato così l’intesa raggiunta con Washington: “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio“. Sulla stessa linea anche le dichiarazioni della vicepremier Yulia Svyrydenko: “Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi, Ucraina e Stati Uniti“.

L’insofferenza dei mediatori Usa

Tuttavia sono proprio gli Stati Uniti a rimarcare la necessità di raggiungere al più presto soluzioni concrete per porre fine al conflitto. In un’intervista a Fox, il vicepresidente Usa JD Vance ha nuovamente sottolineato il ruolo chiave che la mediazione degli Stati Uniti sta assumendo nei lavori per i negoziati: Washington sta aiutando la Russia e l’Ucraina a “trovare un compromesso“, ma allo stesso tempo sono Mosca e Kiev “che devono raggiungere un accordo e porre fine a questo brutale conflitto“.

Nella stessa intervista Vance si è mostrato scettico sulla possibilità di una risoluzione in tempi brevi della guerra, nonostante le aperture e i passi in avanti degli ultimi giorni. Sulla stessa scia anche i commenti del segretario di Stato Marco Rubio, che ha sottolineato come i due Paesi “si sono avvicinati, ma sono ancora distanti e è necessaria una vera svolta in tempi molto brevi per rendere possibile” un accordo.

Rubio è tornato poi a ribadire che la posizione degli Stati Uniti nel loro ruolo di mediatori potrebbe essere riconsiderata, se non ci saranno progressi imminenti. L’amministrazione Trump ha più volte manifestato insofferenza per il protrarsi senza sbocchi delle trattative, sottolineando come Washington debba fronteggiare altre questioni importanti, soprattutto a Oriente. Rubio è tornato a ripeterlo, alludendo alla priorità assegnata dagli Stati Uniti alla guerra economica con la Cina e al programma nucleare dell’Iran.

L’accordo Ucraina-Usa: cosa comprende?

L’intesa siglata il 30 aprile a Washington dalla vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko rappresenta per l’Ucraina un documento di vitale importanza, in quanto, come sottolineato dalla stessa Svyrydenko, “istituisce un fondo di investimento congiunto” per Kiev.

Come precisato dal premier ucraino Denys Shmyhal, il Fondo di Investimento per la Ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, ed entrambe le parti figureranno come contribuenti. I futuri aiuti militari provenienti dagli Stati Uniti potranno essere considerati dei contributi, mentre l’assistenza precedente non sarà inclusa. “L’accordo – ha precisato Shmyhal – non prevede alcun obbligo di debito“, e l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali“.

Un altro punto degno di nota dell’accordo, sottolineato espressamente da Svyrydenko in un post social, è il fatto che questo non interferirà con i rapporti dell’Ucraina con l’Unione europea. Inoltre, diverse aziende ucraine come Energoatom e Ukrnafta continueranno ad essere di proprietà statale.

Il fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi provenienti da nuove licenze: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo“, ha scritto Svyrydenko. “I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica“.

Secondo quanto riportato dal Washington Post, l’accordo non menziona alcun riferimento alla questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto il controllo russo. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace.

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