Liliana Segre accusata di ‘nazismo’ sui social: indagini su 86 account, archiviato Chef Rubio

Liliana Segre ha ricevuto una nuova ondata d'odio dopo la sua presenza alla cerimonia dell'anniversario della Liberazione a Pesaro. Segre viene definita nazista. Tutto il mondo della politica si stringe attorno alla senatrice a vita

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Ancora una volta, Liliana Segre è finita nel mirino dell’odio dei suoi detrattori. Stavolta l’ondata di insulti è stata scatenata dalla sua partecipazione alla cerimonia del 25 aprile a Pesaro, comune del quale è cittadina onoraria. I commenti offensivi sono comparsi sotto un post dell’europarlamentare del PD Matteo Ricci, che aveva condiviso una foto insieme alla senatrice a vita durante le celebrazioni per la Festa della Liberazione nella città marchigiana.

A seguito dell’ondata d’odio che ha investito la sopravvissuta ai campi di concentramento, il gip di Milano Alberto Carboni ha ordinato alla Procura di identificare con nuovi accertamenti 86 account, mai analizzati prima, accogliendo in sostanza l’istanza ad andare avanti con il procedimento avanzato da Segre. Si tratta del procedimento con al centro 246 messaggi presenti su internet e le 27 querele presentate dalla senatrice.

Inoltre, è stata decisa anche l’iscrizione di nove persone che inizialmente non erano state indagate e l’imputazione coatta per altre sette, che sono indagati per diffamazione aggravata su Facebook e Twitter. Invece, è stata disposta l’archiviazione per 17 imputati, tra cui anche lo chef Rubio, le cui frase sono state ritenute “una manifestazione argomentata del pensiero in ordine a un tema politicamente sensibile“.

Il giudice ha spiegato che “accusare di nazismo una reduce dai campi di sterminio è uno sfregio alla verità oggettiva e la più infamante delle offese per chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell’Olocausto“, per poi aggiungere che il web non può essere assolutamente considerato una zona franca.

Liliana Segre di nuovo vittima degli haters

Gli account del Comune e del sindaco di Pesaro, Andrea Biancani, sono stati il luogo dove gli haters hanno subissato di insulti la 94enne di Milano. Fra i commenti c’era quello di qualcuno che contestava la scelta del primo cittadino di invitare all’evento ‘la più nazista di tutte‘ e dice ‘invece di invitare lei, potevate chiamare qualcuno che racconta le sue disavventure senza rubarci lo stipendio da senatrice a vita‘. Tra le frasi piene d’odio compare anche ‘vecchia, il popolo italiano non ti vuole‘. Insulti arrivati anche sulla pagina Facebook di Rai 3 in riferimento al post in cui veniva annunciata la messa in onda ieri sera del documentario su Segre.

Immediata la solidarietà da parte delle Istituzioni e delle forze parlamentari. In merito all’ondata d’odio si è espresso il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha ribadito “con assoluta fermezza la mia totale condanna per qualunque atto di antisemitismo, esprimo solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica alla senatrice Liliana Segre, vittima di vergognosi insulti sulla pagina social del comune di Pesaro“.

Gli insulti dei pro Palestina a Liliana Segre

Dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas in Israele, è aumentato il volume degli insulti mossi alla senatrice, la maggior parte di natura razziale e religiosa provenienti da individui contrari allo Stato di Israele. Nonostante l’ondata d’odio, Segre continua il suo lavoro di tenere viva la memoria sull’Olocausto.

Non è, quindi, la prima volta che Segre si ritrova vittima dell’ondata d’odio online. In passato il suo legale Vincenzo Saponara, ha presentato denunce e la Procura di Milano ha chiuso le indagini su 12 persone accusate di minacce e diffamazione aggravate da motivi di odio razziale nei suoi confronti. Per altri 17 indagati, tra cui chef Rubio, è stata invece richiesta l’archiviazione, decisione contro cui Saponara si è opposto.

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