Ambientalista, giornalista, illustratore e politico italiano, Fulco Pratesi si è spento all’età di 90 anni dopo una vita dedicata a molteplici interessi, primo tra tutti quello della tutela degli animali e della natura. Proprio in virtù di questa sua passione, che si è poi trasformata in una vera e propria missione, Pratesi ha fondato il Wwf Italia nel 1966. Un sogno che è divenuto realtà dopo tanti sforzi e anche con più di qualche persona che non avrebbe mai pensato di vedere, quasi 60 anni dopo, i risultati di questa azione straordinaria.
Fulco Pratesi, una vita dedicata alla tutela di animali e natura
Come riportato sul sito del Wwf, Pratesi decise di lasciare la professione di architetto, mai amata, per lanciarsi in un progetto che all’epoca i più ritennero folle. Dopo aver fondato l’associazione, la sua prima azione fu quella di acquistare, con i pochi soldi a sua disposizione, i diritti di caccia della laguna di Burano. Proprio lì nacque il “modello Oasi“, che ad oggi funziona ancora e protegge 27mila ettari di natura.
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L’opera di Fulco Pratesi, quindi, si rese fondamentale “per la nascita in Italia di una cultura ambientale“, come ricordato dal Wwf. Con i suoi libri, i suoi articoli e i suoi reportage, il giornalista ha sensibilizzato più di una generazione. Pratesi divenne anche il direttore della storia rivista del Wwf, Panda, e si dedicò ad una rubrica su La Nuova Ecologia, con cui tentava di insegnare ai cittadini che la difesa del Pianeta Terra “inizia dai nostri comportamenti“.
Una figura unica nel suo genere, che è riuscita a fare di una passione un vero e proprio ambito di studi, coinvolgendo migliaia di persone e dando inizio in Italia ad una branca dell’ambientalismo che fino a quel momento non era stata presa in considerazione. La vita, il talento e la carriera di Pratesi potrebbe essere riassunta in una frase da lui stesso pronunciata e che racchiude in sé l’emblema della missione del Wwf: “Oggi, dopo questo lunghissimo percorso che ci deve rendere orgogliosi di tutto ciò che abbiamo realizzato, posso dire che la natura è tutto. È ciò che ci salva dalla specie che fa più danni: l’uomo“.
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