Marcello Pera, ex presidente del Senato, guarda indietro con una nota di nostalgia e rammarico. Intervistato dal Corriere della Sera dopo aver letto il colloquio di Giuliano Urbani su La Stampa, riflette su un passato segnato da grandi speranze e delusioni, condividendo ricordi di un’epoca in cui la politica sembrava poter realizzare sogni audaci.
“Giuliano Urbani e io siamo reduci di tempi eroici, segnati da grande entusiasmo ma anche grande ingenuità”, esordisce Pera. “Sognavamo con Berlusconi la rivoluzione liberale. Pensavamo fosse possibile portare l’America in Italia o, quantomeno, un po’ di America… E invece, forse, non era possibile, chissà”. Parole che suonano come un bilancio malinconico di un progetto mai davvero compiuto.
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L’amicizia in politica: un’eccezione
Pera racconta anche di un rapporto personale che ha superato le consuete logiche della politica: “In politica, di solito, non si fanno amicizie, al più conoscenze strette. Invece la nostra è stata un’amicizia”. Un legame raro, nato nel contesto di Forza Italia, il movimento fondato da Silvio Berlusconi nel 1994. Ricorda con affetto l’accoglienza ricevuta da Urbani e Antonio Martino nel 1996: “Anche se, scherzando, Martino diceva ad alta voce ‘ecco Pera, siamo arrivati alla frutta…’”.
I “professori” della prima Forza Italia
Urbani, Martino e lo stesso Pera erano considerati le “punte di diamante” del movimento liberale di Forza Italia. Erano tempi diversi, sostiene Pera, e non risparmia critiche alla politica di oggi: “Noi, i professori, eravamo attrezzati. Entrammo in Parlamento già sapendo scrivere un disegno di legge. Nella legislatura del 1996, con Forza Italia all’opposizione, portammo avanti riforme importanti, come quella costituzionale sul giusto processo, e dialogammo, nonostante tutto, con personalità del centrosinistra”.
Un confronto che lascia spazio a un’analisi critica sul presente: “Urbani ha ragione quando ricorda la classe dirigente di allora, confrontandola con quella del centrodestra di oggi..
Un passato di dialogo
Pera ricorda un periodo in cui il dialogo tra opposti schieramenti era possibile: “Penso a figure del calibro di Cesare Salvi, Luciano Violante e magistrati come Salvatore Senese. Erano avversari, ma con loro si poteva discutere.” Un’epoca di confronto serrato ma costruttivo, lontana dalle polarizzazioni odierne.
Nel commiato, Pera promette di andare presto a trovare l’amico di sempre, ora nella casa di riposo. “Sa, in politica, le vere amicizie sono rare. Ma questa lo è stata”. Un ricordo che diventa monito e speranza, mentre la politica italiana continua a interrogarsi sul proprio futuro.
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