L’immagine, frutto delle prime osservazioni effettuate con Shark-Vis a gennaio 2024, ha rivelato un livello di dettaglio senza precedenti, mai raggiunto prima da telescopi terrestri. Grazie a una risoluzione spaziale straordinaria, il potente telescopio consente di individuare dettagli fini come una moneta da dieci centesimi a 200 chilometri di distanza, e pertanto, di distinguere caratteristiche sulla superficie di Io separate da appena 80 chilometri. Una risoluzione eccezionale, precedentemente raggiunta solo da sonde spaziali inviate direttamente su Giove.
Una tecnologia sviluppata a Roma
Il Large Binocular Telescope, dotato di due specchi principali affiancati da 8,2 metri di diametro ciascuno, è stato recentemente equipaggiato con Shark-Vis. Questo strumento innovativo sfrutta un avanzato sistema di ottica adattiva per correggere le distorsioni atmosferiche, acquisendo immagini ad altissimo contrasto nella luce visibile. Shark-Vis, compatto ed estremamente versatile, è stato costruito presso il laboratorio di ottica Dario Lorenzetti dall’INAF di Roma. È dotato di una telecamera sCMOS veloce e a bassissimo rumore, che permette di osservare il cielo in modalità imaging veloce, catturando immagini in slow motion e riducendo le distorsioni ottiche atmosferiche.
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“L’elaborazione dei dati avviene tramite un software altamente efficiente chiamato Kraken, sviluppato dai colleghi Douglas Hope e Stuart Jefferies della Georgia State University. Questo ci consente di rimuovere gli effetti atmosferici, rivelando Io con una nitidezza incredibile“, spiega Gianluca Li Causi, responsabile dell’elaborazione dati per Shark-Vis e ricercatore dell’INAF di Roma.
I nuovi dettagli del satellite di Giove
L’immagine presentata è parte di un programma scientifico focalizzato sul vulcanismo di Io, guidato da Al Conrad. Il team include scienziati della NASA, dell’Università della California, Berkeley, e del California Institute of Technology. “Monitorando le eruzioni sulla superficie di Io, otteniamo informazioni sui processi di trasporto del calore sottostanti e sulla struttura interna del satellite“, spiega Conrad.
Simone Antoniucci, instrument scientist di Shark-Vis, sottolinea l’importanza delle immagini nella banda del visibile per identificare dettagli superficiali che non possono essere rilevati nell’infrarosso, come l’intensità e il colore dei depositi di lava. Il project manager di Shark-Vis, Roberto Piazzesi, anticipa nuove osservazioni sui corpi del Sistema Solare. “La vista penetrante di Shark-Vis è particolarmente adatta all’osservazione delle superfici di molti corpi del Sistema solare, non solo delle lune dei pianeti giganti ma anche degli asteroidi. Abbiamo già osservato alcuni asteroidi e i dati sono attualmente in fase di analisi“, conclude Piazzesi.
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