Un nuovo studio condotto a Milano da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), nell’ambito del progetto CityFlows finanziato dall’European Institute of Innovation and Technology (EIT), promette di rivoluzionare la sicurezza e la vivibilità nelle città attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale per monitorare i flussi pedonali nelle zone affollate. I risultati di questa ricerca innovativa sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Urban Science.
ENEA: Una tecnologia all’avanguardia per la sicurezza
L’attenzione del progetto si è concentrata su piazza Duca d’Aosta, di fronte alla Stazione Centrale di Milano, un luogo strategico frequentato giornalmente da oltre 350mila persone e snodo cruciale per la mobilità urbana. Qui, i ricercatori dell’ENEA hanno utilizzato un sistema di videoregistrazione installato dall’Azienda Mobilità Ambiente e Territorio (AMAT), che ha catturato per due settimane il flusso di persone attorno all’ingresso principale della stazione e ai due punti di accesso della metropolitana.
Federico Karagulian, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto, spiega che l’analisi si è basata sull’impiego della computer vision, una tecnologia che ha permesso di identificare in modo univoco i pedoni osservati in circa 2 milioni di fotogrammi, con una precisione del 70%. Questo metodo innovativo ha trasformato i filmati acquisiti in un flusso di informazioni dettagliate, consentendo di ricostruire la distribuzione spaziale dei flussi pedonali insieme alle mappe di densità e velocità.
Ciò che rende unico questo studio è la metodologia di elaborazione dei dati adottata: dopo l’identificazione e il tracciamento dei pedoni nel tempo e nello spazio, è stato creato un framework che ha permesso la rappresentazione bidimensionale su mappa ad altissima risoluzione, consentendo elaborazioni statistiche dettagliate. Parametri come la numerosità, la densità, la direzione e la velocità dei pedoni sono stati quantificati e visualizzati in modo chiaro, utile per gli amministratori pubblici interessati alla gestione delle aree urbane.
Cittadini più sicuri, ma la privacy?
Karagulian sottolinea che l’uso diffuso di aree pedonali richiede dati precisi sui flussi per garantire la sicurezza delle persone. La computer vision si configura dunque come una metodologia efficace per automatizzare la quantificazione spaziale dei pedoni e individuare le zone critiche.
Un aspetto centrale del lavoro è stata la garanzia di tutela della privacy. Le immagini sono state trattate in modo da garantire l’anonimato di ogni persona, e i pedoni sono stati informati tramite segnaposto sull’uso delle registrazioni all’interno del progetto di ricerca CityFlow. Nonostante ciò, un’eventuale applicazione del progetto nelle città italiane potrebbe sollevare qualche dubbio sull’effettiva garanzia di privacy per i cittadini, senza che debbano sentirsi protagonisti di una specie di Grande Fratello su vasta scala.