Il Wall Street Journal ha annunciato le nuove regolamentazioni imposte dalla Cina ad Apple, il colosso degli Smartphone di Cupertino. Addio a Whatsapp e Threads nella Repubblica Popolare cinese che teme per la “sicurezza della Nazione”. Lo stop ad Apple è giunto direttamente da Pechino e riguarda solamente le due applicazioni specifiche, la prima dedicata alla messaggistica e la seconda alla pubblicazione di contenuti su piattaforme social.
“La Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app dallo store cinese sulla base dei timori per la sicurezza nazionale” ha confermato Apple in una nota, per poi aggiungere: “Siamo obbligati a seguire le leggi dei Paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo. Queste app rimangono disponibili per il download su tutte le altre applicazioni in cui appaiono”. La Apple avrebbe deciso di accettare le condizioni della Cina, temendo che nel caso in cui si fosse rifiutata il Paese avrebbe deciso di chiudere definitivamente l’App Store su tutto il territorio nazionale.
Cina, il pericolo per le altre app straniere
Per ora il veto cinese riguarda solo Whatsapp e Threads, entrambe di proprietà di Mark Zuckerberg, ma non è sicuro che le restanti applicazioni straniere ancora presenti sull’App Store nel Paese siano al sicuro dai dinieghi della Repubblica popolare cinese. Sembrerebbe infatti che queste due siano solo le prime di molte app che saranno bandite dal Paese, da qui ai primi mesi dell’estate. In Cina nei prossimi mesi entrerà in vigore una scadenza per le applicazioni straniere che non appaiono in appositi registri.
Non è la prima volta che Apple si trova costretta a rimuovere alcune applicazioni dal suo App Store. Già lo scorso anno, a seguito della promulgazione di una normativa necessaria a regolare l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, Apple ha dovuto rimuovere dal suo listino alcune applicazioni che utilizzavano l’IA generativa. Ora il divieto sembra essersi allargato anche alle applicazioni straniere ritenute “pericolose” dal Paese.
La Cina, inoltre, vieta l’accesso anche ai servizi Meta, i quali sono accessibili solo attraverso strumenti VPN, che modificano la provenienza delle ricerche. Apple è stata costretta a rimuovere anche questi servizi, che rimangono fruibili solo nelle loro versioni illegali. Non è chiaro se altre applicazioni straniere, come YouTube o Google, saranno eliminate dall’App Store cinese nelle prossime settimane.