Viene da Murcia, Spagna, l’uomo, o meglio il ragazzo, che sta riscrivendo la storia del tennis. Carlos Alcaraz ha sconfitto Novak Djokovic nella finale di Wimbledon, aggiudicandosi il suo secondo titolo Slam, il primo sul prato inglese. Rispetto alla semifinale del Roland Garros lo spagnolo non partiva favorito, ma è stato in grado di ribaltare il pronostico al termine di una battaglia durata quasi cinque ore. Con questo successo Alcaraz si è confermato numero uno al mondo ed ha gettato le basi per una nuova era tennistica.
Alcaraz e l’arte dell’imparare in fretta
Prima di quest’anno Alcaraz aveva disputato solamente due tornei su erba, entrambi in quel di Wimbledon, uscendo al secondo turno ed agli ottavi di finale. In questa stagione lo spagnolo ha preso parte per la prima volta all’ATP Queen’s, conquistando il titolo, ed ha trionfato ai Championships, inanellando una serie di 12 vittorie consecutive sul verde. A distanza di un anno, dunque, il numero uno del mondo ha adattato notevolmente il suo gioco all’erba, seguendo le orme di due grandi maestri come Roger Federer ed Andy Murray.
Alcaraz è stato più forte dei record di Djokovic, reduce da 34 vittorie consecutive all’All England Club, ma soprattutto imbattuto da 10 anni sul Centre Court. Il serbo non è sembrato al massimo nel corso del torneo e ripenserà per diverso tempo a quello schiaffo al volo che lo avrebbe portato avanti di un break nel quinto set e che, invece, ha mandato in frantumi il sogno di realizzare il Grand Slam.
Alcaraz è completo: mentalità da campione
In molti avranno pensato che, se Djokovic avesse vinto il tie-break del secondo set, la finale di Wimbledon sarebbe finita comodamente nelle mani del serbo, soprattutto dopo lo schiacciante 6-1 iniziale. Il rischio per Alcaraz, invece, era che riapparissero i fantasmi del Roland Garros, quando la troppa tensione ha inibito lo spagnolo: in questo caso, ha dimostrato ancora una volta perché merita di essere il numero uno del mondo.
Una mentalità da campione fuori dal comune per un ventenne, che abbina la testa ad una completezza di repertorio impressionante: Alcaraz ha tantissime armi a sua disposizione e riesce quasi sempre a fare la scelta giusta. Sprazzi del talento del più giovane numero uno del mondo di sempre si erano già visti alle ATP Next Gen Finals del 2021, ma la finale di Wimbledon ha consacrato il giovane spagnolo, sancendo un passaggio del testimone.
Alcaraz elogia Sinner: i pilastri della nuova era
Alcaraz ha dimostrato di essere allo stesso livello di Djokovic, ma è difficile ipotizzare quanto ancora il serbo riesca ad essere così competitivo. L’età avanza anche per Nole, così come per Nadal, il quale viaggia spedito verso il ritiro che dovrebbe concretizzarsi il prossimo anno. Finché i due pluricampioni Slam saranno nel circuito è difficile parlare di nuova era, ma quel che è certo è che l’attuale numero uno del mondo ha costruito delle basi molto solide per il tennis che verrà.
Non solo, Alcaraz ha indicato Jannik Sinner come principale rivale del futuro e gli incontri entusiasmanti andati in scena tra i due ne sono una diretta testimonianza. Senza dimenticare Holger Rune, un altro giovanissimo con la stoffa del campione, nonché vittima dello spagnolo a Wimbledon. Il sipario per i Big Three sta per chiudersi definitivamente, ma i loro successori sono stati delineati e la nuova strada sembra esser ben tracciata.