Il numero 2 del tennis mondiale, Jannik Sinner, ha confermato di non aver rifiutato essere il portabandiera delle Olimpiadi. La sua decisione verte sul fatto che ci sono altri atleti nel mondo che sognano di farlo: “La bandiera deve portarla chi basa la carriera sulle Olimpiadi. Poi se vogliono darmela, io sono felice ma come tennista ho i quattro Slam, i nove Master 1000, la Coppa Davis… Per me l’Olimpiade è un torneo, un di più. Per altri è il torneo. Ho letto un’intervista a Usain Bolt in cui diceva: io mi alleno quattro anni per correre cento metri in nove secondi. Mi ha colpito” ha affermato.
Sinner: i prossimi obiettivi del campione
Da Montecarlo parte la stagione della terra rossa e Sinner non è troppo entusiasta. A Repubblica afferma: “Cambia tutto: mi aspettano mesi difficili, ma anche interessanti. Non è la superficie su cui sono più a mio agio. A Indian Wells ho invitato il mio migliore amico: ha visto che, vinco o perdo, sono sempre il ragazzo conosciuto a scuola“. La famiglia del campione sarà presente: “Mamma continua a non guardare le partite perché si agita, e se la chiamo spesso non risponde perché ha da fare. Vincere ha un peso, ma la cosa più importante sono gli affetti” aggiunge.
Sinner: il campione ha anche dei difetti
A Repubblica si scorge uno Jannik Sinner autoironico e racconta di avere anche dei difetti: “Tipo che non lavo i piatti quando finisco di mangiare, li lascio lì e me ne occupo due giorni dopo. Su di me, forse, si è andati un po’ oltre. A me è sembrato di fare cose normali: vedi uno che non sta bene, lo aiuti; incontri un bambino, c’è una palla, fai due tiri. Non sto nemmeno a pensarci. È il mio modo di vivere. In campo sono serio, faccio i miei rituali, ma dopo il match mi piace scherzare“.
Anche il numero 2 al mondo ha dei difetti: “Mi arrabbio anch’io, come è giusto che sia. Però nella vita vanno capiti i momenti: c’è un tempo per scherzare, uno per incavolarsi, uno per essere seri. Il mio difetto nel tennis, per esempio, è che a volte ho troppa fretta: voglio imparare tutto subito. Ma ho anche capito che, se mi metto fretta, perdo chiarezza nella mente e quella situazione, invece di aiutarmi, mi frega“.