Lo scudetto è già al bivio, questo è sicuro, e Inter e Juventus hanno già allungato sulle dirette concorrenti. Ricordando quanto accaduto lo scorso anno, distanziando inseguitrici ed inseguitori con la certezza di dover mantenere la concentrazione giusta per non commettere passi falsi e, quindi, non perdere terreno.
La classifica da ragione alle squadre di Inzaghi ed Allegri; il distacco già maturo su Milan, Roma e Napoli, chiaramente, fornisce tutti i dati necessari per capire che alla fine di questo campionato sarà proprio una tra bianconeri e nerazzurri a portare in gloria l’ennesima Serie A. Un pensiero è d’obbligo naturalmente: quanti rimpianti per gli azzurri del signor De Laurentiis se quel clima ricercato da Giuntoli e Spalletti fosse stato mantenuto, provando davvero (davvero) a sognare un ciclo vincente che dalle parti di Napoli sembrava essere stato già promesso. E, allora, Inter e Juventus, appunto.
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Inter più matura e un Lautaro al top fanno la differenza
La squadra di Simone Inzaghi è certamente la più completa e, rispetto alla scorsa stagione, sicuramente più matura, attenta e molto più concreta. Lo dicono i numeri, non solo la classifica: Inzaghi sembra aver digerito gli errori del passato; oggi tutti i giocatori a disposizione sembrano essere fondamentali e le rotazioni applicate dal tecnico portano prepotentemente i loro frutti. E i risultati si vedono e come.
Poi c’è Lautaro, il vero Top Player della squadra. Più forte, più costante, più determinante delle annate precedenti. I richiami dall’Arabia o dalla Premier non distraggono l’argentino, troppo innamorato della maglia che indossa; troppo concentrato sugli obiettivi fissati da tecnico e staff dirigenziale.
Segna e fa segnare e se l’Inter mette a referto in campionato la bellezza di 37 goal (numeri pazzeschi) gran parte del merito va sicuramente assegnato al Toro argentino. A lui e alla sorpresa Thuram, senza ombra di dubbio. Arrivato per l’ennesima grande intuizione del solito Marotta, capace di portarsi a casa senza spendere un centesimo lo svincolato di Monchengladbach. Una sorpresa gradita, un fulmine a ciel sereno, giunto nel momento giusto per giunta, soprattutto pensando alla più nota vicenda Lukaku. Il francese esprime qualità, tanta, e ne promette altrettanta anche guardando al futuro. Un bel colpo.
Inutile soffermarsi, poi, sugli altri interpreti; questa squadra può vincere lo scudetto perché lo merita grazie a concentrazione e prestazioni e a quella grande qualità di sapersi rialzare anche quando si commette qualche piccolo passo falso (vedi Sassuolo). Segno, appunto, di grande maturità.
Juventus, niente coppe e mister Allegri: il valore aggiunto per calcolare uno scudetto
C’è chi migliora, chi si evolve tatticamente e tecnicamente, come Simone Inzaghi; c’è poi chi uno scudetto sa vincerlo perché ne ha vinti tanti e perché in assoluto sa come e quando vada calcolato, uno come Max Allegri insomma. Come fu Fabio Capello, per fare un esempio o come quel Carlo Ancelotti, ancora oggi, Re indiscusso d’Europa.
Ecco, l’attuale tecnico della Juventus sa bene come vincere uno scudetto grazie ad una mentalità vincente onesta e chiara che lo ha sempre contraddistinto. Maturo come pochi, in grado di rifondare un gruppo ferito dai risultati del più recente passato e dalle caotiche sequenze di un presente un pò scombussolante, vedi Pogba o Fagioli tanto per fare qualche nome. E, poi, questa squadra non partecipa alla Coppe europee, un clamoroso valore aggiunto da spuntare tra le “note positive” di questa stagione di rifondazione. Chi non gioca la Champions guadagna 7-8 punti in più in campionato, si dice; bhé, non sono certo pochi.
La Juventus può vincere grazie all’esperienza e alla mentalità del proprio allenatore, bravo a ricompattare il gruppo dopo la partenza di Bonucci, per esempio, uno dei leader storici della squadra bianconera; la Juve può vincere grazie ad un certo Federico Chiesa, tornato a livelli di gioco formidabili e dimostrando che il più recente infortunio è ormai cosa assolutamente dimenticata. Esaltato, esaltante addirittura per l’assopito Vlahovic, di cui si fa un gran parlare anche in chiave mercato già dalla scorsa estate.
E, per chiudere il cerchio, spunta anche un certo Gatti, l’ultimo eroe bianconero; quello che, si, parte dalla difesa, ma quando la butta dentro allo scadere e regala i 3 punti alla Juventus, sembra un potente centravanti alla Chinaglia, alla Vieri o alla Inzaghi ( questa volta parliamo di Pippo). La Juventus può vincere lo scudetto quest’anno? Si, perché segna poco ma non prende goal, quasi mai almeno. E un 1-0 finale vale sempre 3 punti.
Inter o Juventus, chi è la vera favorita?
Si potrebbero aprire sondaggi sull’argomento e, forse, l’Inter in questo momento meriterebbe maggior fiducia. Magari per completezza di rosa, guardando alla squadra bianconera che già da gennaio vorrebbe provare a rimpolpare i reparti rimasti sguarniti dai vari caos stagionali. Giuntoli cerca centrocampisti per allungare la rosa di mister Allegri, ma la finestra invernale di riparazione, si sa, è molto complicata e difficilmente riesce a regalare profili di grande livello, salvo casi eccezionali. Citando ten Hag da Manchester: “A gennaio si prendono solo giocatori delusi o dallo scarso stato di forma”, e in parte questo è assolutamente vero.
Insomma la rosa regala punti ad Inzaghi e alla sua Inter ma una Juve senza coppe, lo dicevamo, può portare fortuna ad Allegri soprattutto quando tornerà la Champions; non allungare in classifica alla squadra bianconera può diventare estremamente pericoloso. Staremo a vedere.
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