Vittoria decretata anche dal televoto. Mahmood e Blanco solo sesti, i Maneskin infiammano il Pala Olimpico
Hanno vinto per se stessi, ma soprattutto per il loro Paese. I Kalush, con il brano Stefania, sono riusciti in un doppio intento: trionfare all’Eurovision Song Contest (spinti dal televoto che li ha portati dal quarto posto delle giurie fino in vetta) e tenere alta l’attenzione sul loro Paese. Davanti ai 200 milioni di spettatori la band ucraina ha fatto sentire la voce di una nazione martoriata.
La dedica e il presidente Zelensky
«Questa vittoria è per tutti gli ucraini. Slava Ukraini!», ha urlato il cantante Oleh Psjuk subito dopo l’annuncio della vittoria. Poco prima dell’inizio della lunga serata anche il presidente Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio su Telegram, aveva invitato l’Europa a votare per l’Ucraina. «Molto presto nella finale dell’Eurovision, il continente e il mondo intero ascolteranno le parole della nostra terra. Credo che, alla fine, questa parola sarà vittoria»
Al secondo posto la Gran Bretagna, terza la Spagna alla fine di una serata che ha divertito, emozionato, fatto ballare. Che all’atteso momento delle votazioni ha diviso e unito, anche con l’ormai tradizionale sgambetto di San Marino all’Italia con soli 3 punti concessi a Mahmood e Blanco, che non vanno oltre il sesto posto (sono solo settimi per le giurie). La serata è stata animata anche dalla scossa data al Pala Olimpico dai Maneskin, che vinsero l’Eurovision Song Contest l’anno scorso a Rotterdam riportando così la manifestazione in Italia. La band romana ha presentato per la prima volta dal vivo il nuovo singolo Supermodel e un accenno di If I can dream, brano della colonna sonora del biopic Elvis, sulla vita dell’icona musicale che sarà presentato fuori concorso a Cannes.
L’Eurovision saluta e dà appuntamento tra un anno: la speranza è che si possa tenere in Ucraina.