Il leader di Azione chiarisce: «Stiamo lavorando per un partito che si ponga al centro». Sul partito draghiano:«Non credo ai partiti nati a tavolino»
«Quelle di Conte sono solo sceneggiate che offrono un quadro indegno al nostro Paese»: tuona così Carlo Calenda, leader di Azione, ospite al “Caffè della Domenica” su Radio 24. Poi aggiunge: «Non credo che, nonostante tutto, sarà un altro agosto da Papeete Beach». Domani l’incontro tra il leader del Movimento Cinque Stelle e Mario Draghi per chiarire il futuro del governo.
Calenda non risparmia nemmeno Luigi Di Maio dalle sue critiche: «L’ingresso del ministro degli Esteri in Renew Europe (gruppo politico liberale al Parlamento Europeo, ndr) sarebbe inaccettabile, ho dato parere contrario». Il volto di Azione, ricordando i suoi precedenti alterchi, spiega: «Senza credibilità non si è veri politici e io con Di Maio non ho e non avrò nulla a che fare. Questo discorso ho chiesto di estenderlo a tutti i parlamentari che si riconoscono nel suo movimento».
Sulla possibilità di un governo draghiano, Calenda chiarisce: «Non credo ai partiti sintetici, nati a tavolino. Ho idee affini a Giorgetti ma lui rimarrà in Lega, Di Maio si muoverà nel campo largo della sinistra. Resteranno tre poli: il PD con Di Maio, Fratoianni, Bersani e una destra con Toti e Meloni. Noi stiamo agendo nell’ambito del centro, vogliamo creare un partito che duri devenni».