Per il voto delle elezioni Europee, previste per l’8 e il 9 giugno 2024, il governo ha previsto una novità: un emendamento al decreto Elezioni che permetterebbe agli studenti fuori sede di esprimere una preferenza per le elezioni previste questa primavera. Il provvedimento è ora esaminato dalle Commissioni e deve essere approvato da Camera e Senato.
Voto fuorisede, l’esperimento di FdI
Fratelli d’Italia ha avanzato una proposta per dare agli studenti fuori sede di votare. Al contrario di quanto avviene in molti paesi europei, il voto per chi è domiciliato in un altro luogo rispetto alla sua residenza, è rimasto per anni un tabu. Al momento il provvedimento è esaminato dalle Commissioni del Senato e entro fine marzo, dovrebbe ricevere l’ok prima da Palazzo Madama e poi dalla Camera.
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L’emendamento in questione, presentato dal governo è limitato in termini di tempo alle prossime elezioni europee, e in termini di numeri alle studentesse e agli studenti domiciliati in un comune diverso da quello di residenza: si tratta di circa 600 mila persone, quindi non è un provvedimento generale ma molto specifico. Si è parlato infatti di “disciplina sperimentale” che non comprendere chi è lontano dal proprio Comune per motivi di lavoro o salute. Una ulteriore limitazione è quella temporale perché la proposta è rivolta solo agli studenti fuorisede che sono via da almeno tre mesi.
Voto fuorisede, i meccanismi delle procedure
La procedura da seguire, se l’emendamento dovesse passare, prevede che gli studenti facciano prima una richiesta al proprio comune di residenza, inoltrata almeno 35 giorni prima delle elezioni. Dopo che l’amministrazione approva la richiesta, entro 15 giorni, dovrà trasmetterla al comune di domicilio che a quel punto darà l’autorizzazione al richiedente che dovrà fornirla quando si presenta al seggio.
Le circoscrizioni elettorali delle europee sono molto più grandi rispetto a quelle delle elezioni politiche nazionali, quindi sono di meno: Nord ovest, Nord est, Centro, Sud, Isole. Il provvedimento prevede una differenza tra chi ha il domicilio nella stessa circoscrizione in cui risiede e chi c’è l’ha in una circoscrizione diversa. Chi si trova in una circoscrizione diversa, dopo tutta la sopra descritta, potrà votare in un seggio del Comune in è residente. Chi si trova nella stessa circoscrizione, invece, voterà in una sezione speciale nel capoluogo della Regione dove risiede.
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