Superbonus, il passo indietro del governo: al sicuro i cantieri del sisma

A sole 48 ore da quello che sembra il giro di vite decisivo, il governo ha cambiato idea e ammorbidito la linea: nelle zone del centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 sarà ancora possibile usufruire dello sconto in fattura e della cessione dei crediti per la ricostruzione. Il Presidente Mattarella ha autorizzato la conversione del decreto-legge in legge

Redazione
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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha fatto un passo indietro. A meno di 48 ore dall’approvazione del decreto “salva-conti“, che prevedeva una stretta decisa sul Superbonus anche per le cosiddette “zone rosse” dell’Italia centrale, colpite dal sisma del 2009 e da quello del 2016, il ministro del Mef ha annunciato il ripristino delle due opzioni cancellate. Sarà quindi possibile usufruire nuovamente dello sconto in fattura e della cessione dei crediti per la ricostruzione delle zone dell’Umbria e dell’Abruzzo che ancora convivono con le devastanti conseguenze dei terremoti.

Tale soluzione deriva da un incontro, durato diverse ore, tra Giorgetti e Meloni che hanno cercato di trovare una soluzione che in qualche modo accontentasse tutti. La stretta voluta dal ministro del Mef, infatti, non solo aveva indignato l’opposizione ma aveva creato un certo scontento anche tra alcuni gruppi della maggioranza. Primi tra tutti i forzisti, non proprio contenti del colpo di mano del ministro, che quasi frettolosamente ha optato per l’ennesimo giro di vite sul Superbonus.

Giorgia Meloni sulle Fosse Ardeatine
Giorgia Meloni

Nelle 48 ore in cui la stretta sembrava ormai decisa e approvata, inoltre, Giorgetti e il governo stesso sono stati sommersi da dure critiche riguardanti la decisione. In prima linea il presidente delle Marche Francesco Acquaroli (FdI) e il commissario alla ricostruzione Guido Castelli (FdI), entrambi contrari alla presa di posizione di Giorgetti. Il pericolo, dunque, che in vista delle Europee la maggioranza potesse subire un duro colpo causato proprio dal tanto contestato Superbonus, ha convinto Giorgia Meloni e lo stesso Giorgetti ad ammorbidire la stretta.

Il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ha dunque autorizzato laconversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all’amministrazione finanziaria“, come si legge sul sito del Quirinale.

Il tetto da 400 milioni di euro

Il problema principale da chiarire ora riguarda il danno ai conti pubblici. Proprio questa infatti era la preoccupazione principale che ha spinto il ministro a procedere inizialmente sulla stretta anche per le aree terremotate. Non è chiaro se le misure nuovamente ripristinate rimarranno in vigore fino all’esaurimento dei fondi predisposti dal ministero, o se non sarà indicato un limite ma solo “azioni di monitoraggio a salvaguardia dei conti pubblici“.

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Guido Castelli (FdI)

Sembrerebbe infatti che il Mef abbia fissato un tetto di spesa pari a 400 milioni di euro per finanziare il sostegno ai cantieri, di cui 330 milioni saranno destinati ai Comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Ciò che resta sarà invece utilizzato per la ricostruzione delle località abruzzesi che necessitano ancora di finanziamenti per la ricostruzione successiva al sisma. Chi dovrebbe vigilare su questo tetto è il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli.

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Francesco Acquaroli (FdI)

A seguito della decisione ha preso nuovamente la parola il presidente delle Marche Acquaroli: “Ringrazio il ministro Giorgetti e tutto il governo guidato da Giorgia Meloni. Il decreto consentirà ai proprietari di immobili lesionati o distrutti dal sisma di continuare a sommare il contributo alle agevolazioni offerte dal 110%“. L’unico che non ha ancora rilasciato dichiarazioni è lo stesso Giorgetti, il quale si presume non sia del tutto soddisfatto delle concessioni che si è visto costretto a dare.

I numeri della nuova stretta sul Superbonus

Il passo indietro del ministro Giorgetti ha permesso di salvare circa tremila cantieri, come dimostrano le stime della Cgil. Salvi anche circa 25mila posti di lavoro, mentre a subire le conseguenze della nuova stretta saranno 1.500 cantieri al lavoro al di fuori delle zone terremotate del centro Italia. Federcostruzioni, inoltre, aveva testimoniato come “negli ultimi anno le costruzioni hanno trainato l’economia del Paese. Favorita dagli incentivi la filiera ha determinato la metà dell’incremento del Pil italiano del +8,3% nel 2021 e del +4% nel 2022“.

Subito dopo la decisione di Giorgetti, la presidente di Federcostruzioni Paola Marone si è detta “sconcertata dalle decisioni del governo“. Secondo la presidente, infatti, la stretta “rischia di destabilizzare ulteriormente il mercato già in affanno, abbandonando le imprese a nuove incertezze economiche, con rischi di chiusure e perdita di posti di lavoro“. Le stime dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) hanno infatti dimostrato come nel 2023 gli investimenti per lavori straordinari siano aumentati solo dello 0,5% rispetto al 12,5% del 2022 e al 65% del 2021.

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