Segre lancia l’allarme: “Dovrò essere cacciata di nuovo dal mio Paese?”

Dopo le immagini pubblicate dall'inchiesta di Fanpage, la senatrice a vita ha dichiarato le sue preoccupazioni sulle "derive antisemite" che le immagini di Gioventù nazionale hanno portato alla luce

Redazione
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Il terremoto politico scatenato dall’inchiesta in due parti pubblicata da Fanpage sul partito giovani di Gioventù nazionale, legato a Fratelli d’Italia, sembrava essersi in qualche modo placato, ma ieri la senatrice a vita Liliana Segre ha riportato alla luce la questione, sollevando nuovamente l’indignazione delle opposizioni e costringendo il centrodestra a correre ai ripari. Già ieri due volti del partito avevano annunciato le loro dimissioni e il premier Meloni aveva delegato a sua sorella Arianna e al responsabile dell’organizzazione del partito Giovanni Donzelli il compito di risolvere la questione.

Le dure parole di Liliana Segre, ospite a La7 nel programma In Onda, sembrano far presupporre che la questione debba essere risolta al più presto. “Ho seguito nelle varie trasmissioni queste sedute in cui si inneggia ‘Sieg Heil’, quindi anche motti nazisti che purtroppo ricordo in modo diretto” sottolinea la senatrice, per poi affondare: “Alla mia età dovrò rivedere questo? Dovrò essere cacciata di nuovo come sono stata già cacciata una volta?“. Interviene a quel punto la giornalista, sostenendo che quella di Segre sia una “domanda provocatoria“, ma la senatrice confessa: “È una domanda che è una risposta“.

Sono bastate queste poche parole per sollevare nuovamente una questione politica, permettendo alle opposizioni di attaccare Fratelli d’Italia e costringendo il partito del Presidente del Consiglio a prendere in mano la questione per cercare di risolvere la situazione. “La Senatrice Segre quando si riflette sul pericoloso germe dell’antisemitismo è un simbolo di tutta la Nazione” ha sostenuto Donzelli, cercando di placare le acque anche minimizzando: “Le parole della senatrice sono sempre un monito, per tutti gli orientamenti politici“.

Segre: “Questo governo non si vergogna di nulla

Liliana Segre non si è limitata a commentare le immagini dell’inchiesta di Fanpage sottolineando la sua preoccupazione a riguardo, ma ha anche commentato il contesto in cui questi episodi sono nati e cresciuti. “Io credo che queste derive, venute fuori in modo eclatante in queste settimane, ci siano sempre state, nascoste, non esibite” ha dichiarato la senatrice, sottolineando che queste però stiano approfittando del “potere grande della destra“, che “è stata votata, non è andata al governo con una rivoluzione” e che per questo “non ci si vergogni più di nulla“.

Secondo la senatrice, dunque, le azioni che sembrerebbero compiute da alcuni degli iscritti a Gioventù nazionale siano figlie di un governo in questo senso troppo permissivo. Con il suo intervento, Segre ha proseguito il discorso già pronunciato lo scorso 14 maggio nell’Aula di palazzo Madama, in riferimento alla riforma del premierato. In quel caso, Segre aveva sostenuto di “non poter tacere” poiché nella riforma voluta dal governo Meloni vi sarebbero stati degli aspetti allarmanti“. La senatrice ha quindi ricordato come anche nella legge Acerbo, approvata nel 1923, vi fosse la possibilità che un partito che avesse superato il quorum del 25% di ricevere un decisivo premio di maggioranza. Quella fu una legge firmata da Benito Mussolini.

Il sostegno del centrosinistra alla senatrice Segre

La segretaria del Pd Elly Schlein ha duramente attaccato il governo Meloni, criticando la scelta della premier di non voler commentare le azioni di Gioventù nazionale, preferendo invece concentrarsi sui metodi dell’inchiesta di Fanpage. “È gravissimo che la presidente del Consiglio, anziché rispondere, affrontare e prendere provvedimenti su quanto emerge dall’inchiesta di Fanpage, che rileva un problema molto grande di antisemitismo, razzismo e apologia del fascismo – ha infatti dichiarato la segretaria – abbia colto l’occasione per un attacco molto forte alla libertà di stampa e alla libertà dei giornalisti. È come se avesse detto che sarebbe stato meglio non venisse fuori“.

Il volto dei democratici ha sostenuto che i cittadini, invece, hanno il diritto di sapere “quello che succede dentro al partito che esprime la presidente del Consiglio di questo Paese” ed ha nuovamente attaccato il premier, sostenendo che sia “incredibile” che Meloni non abbia preso le distanze da quanto né abbia cacciato i responsabili di quanto accaduto.

Della stessa opinione anche la capogruppo di Avs Luana Zanella: “La senatrice Segre ha espresso con parole di rara tensione etica il disagio per quanto sta avvenendo in queste ore. La difesa d’ufficio garantita dal Governo ad una cultura politica di stampo neofascista era inimmaginabile fino a poco tempo fa ed è la novità più evidente dell’era meloniana dove pare che le forze della destra liberal siano scomparse“.

Angelo Bonelli di Sinistra Italiana ha sostenuto che a seguito delle immagini pubblicate da Fanpage, la destra guidata da Meloni dovrebbe rimanere fuori dalla maggioranza in Europa, mentre Raffaella Paita di Italia Viva, ha dichiarato che l’allarme lanciato dalla senatrice “non può essere ignorato” e che le sue parole confermano ciò che il partito dice da tempo, ovvero che “l’antisemitismo è un fenomeno presente e purtroppo ancora radicato nel nostro Paese“.

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