Caso scurati, lo scrittore teme di essere un bersaglio: “Qualcuno che mira c’è, è già successo”

Giorgia Meloni ha attaccato l'intellettuale in un post su Instagram e un noto quotidiano ha pubblicato in prima pagine il suo volto con la scritta: "Riecco l'uomo di M.". Ora Scurati teme che la sua figura, al centro di una questione ideologico-politica, possa diventare un bersaglio

Redazione
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Il caso Antonio Scurati non accenna a sgonfiarsi, complici le campagne elettorali che iniziano a imporsi sulla scena e le tensioni interne alla Rai, che da qualche giorno continuano a venire a galla. Non ha aiutato l’intervento di Giorgia Meloni, arrivato circa nove ore dopo le prima accuse di censure. La pubblicazione del monologo si Scurati, accompagnato da varie illazioni e battutine sarcastiche – “spero di non dover pagare” ha scherzato il premier nel suo post – non ha sicuramente chiuso la vicenda.

Ieri sulla prima pagina di un quotidiano campeggiava la foto dell’intellettuale, accompagnata dal titolo “Antifascista a gettone” e dalla scritta rossa “Riecco l’uomo di M.“. Scurati non ha atteso molto prima di ribattere a Meloni. Nel primo caso, lo scrittore ha sottolineato di non “credere di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria“. Il riferimento è alla tesi portata avanti da Meloni, ovvero che il monologo di Scurati sia stato annullato non per motivi editoriali, ma perché il compenso richiesto dall’intellettuale era troppo alto per i budget Rai.

Una versione, portata avanti prima da Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento Rai, e poi dal governo stesso. In realtà, però, la pubblicazione di una mail interna tra la dirigenza Rai e i suoi dipendenti ha dimostrato che l’annullamento dell’intervento di Scurati non aveva proprio nulla a che fare con questioni economiche. Una piccola vittoria, che ora però potrebbe mettere in difficoltà il premier.

La presunta telefonata del premier a Rossi e Corsini

Secondo quanto riportato da La Stampa, sembrerebbe che Giorgia Meloni a seguito dello scandalo portato alla luce dalla conduttrice Serena Bortone abbia effettuato due telefonate ai vertici della Rai. Una al direttore generale della Rai Giampaolo Rossi e l’altra al direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini. A quanto pare il premier avrebbe voluto comprendere più nello specifico cosa fosse accaduto con la cancellazione, per poi creare una exit strategy realmente funzionante.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Tra il comprendere e il mettere in atto però deve esserci stata qualche incomprensione. Meloni avrebbe capito subito che per uscire indenne dalla situazione era necessario trovare un argomento caro e seguito dagli elettori, da unire poi alla critica della sinistra che da sempre quando va all’opposizione sembra dimenticare come agiva al governo. Aiutata anche dalla prima pagina di un importante quotidiano, che ha pubblicato un articolo dal titolo composto dal nome di scurati e il compenso richiesto, per quattro minuti di intervento in diretta.

Il gioco è fatto, se non fosse che qualche ora dopo la pubblicazione del post di Giorgia Meloni, in cui l’eliminazione del monologo viene legata a motivi economici, una mail della dirigenza Rai ha fatto cadere il castello di carte del premier, rivelando tutta la verità. Da quel momento il Presidente del Consiglio non ha più toccato l’argomento, al contrario di Antonio Scurati che sembrerebbe non voler lasciar andare la questione.

Scurati e il timore di essere divenuto un bersaglio

Antonio Scurati è stato ospite ieri della Repubblica delle idee a Napoli, dove ha avuto l’occasione di leggere davanti al pubblico il monologo non mandato in onda dalla Rai, se non tramite la mediazione della conduttrice Serena Bortone. Scurati, dopo essere stato elogiato dai presenti con un lungo applauso, ha deciso di raccontare la sua esperienza.

Sono un privato cittadino che legge e scrive libri e, all’improvviso, mi ritrovo al centro di una polemica politico-ideologica accanita, spietata, di attacchi personali, denigratori, che mi dipingono come un profittatore, quasi un estorsore. È doloroso” ha dichiarato Scurati, per poi affermare di essere “spaventato“.

La paura dello scrittore deriva dal fatto che “quando un leader politico di tale carisma – nel cui seguito, vista la storia politica a cui proviene, c’è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza punta il tuto contro il nemico, e i ‘giornasquadristi’, fiancheggiatori del governo ti mettono in prima pagina, come ‘l’uomo di M.’, ti stanno disegnando un bersaglio sulla faccia. Poi magari qualcuno che mira c’è. È già successo“.

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