La rivoluzione di Valditara per quanto riguarda gli istituti tecnici è alle porte, anzi, ha già bussato: nel 2024 il mondo della scuola sarà ricco di novità. Parliamo di nuovi indirizzi – come quello del Made in Italy – nuovi contratti per gli insegnati, il voto in condotta avrà un nuovo peso – inizierà a gennaio la discussione in Parlamento per far pesare di più la valutazione nella pagella e comporterà lo stare di più a scuola e non a casa se insufficiente – e nuove figure scolastiche come il ruolo del tutor e del docente orientatore.
Il mondo della scuola ha ricevuto una grande ventata di novità con le idee di Valditara ma ne reggerà le raffiche? La scuola italiana è pronta per il nuovo anno a mettere in atto tutti questi cambiamenti? Non si è parlato abbastanza a lungo di soldi e fattibilità del piano, se pur valido, del ministro dell’Istruzione e del Merito.
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Scuola, la riforma dell’istruzione tecnica
Il core della rivoluzione di Valditara riguarda gli istituti tecnici, completamente rivisti dal ministro. Prima di tutto ci sarà una forte collaborazione e sinergia tra le industrie e i ragazzi: quello a cui si punta è entrare più velocemente e con più competenze tecnico-pratiche nel mondo del lavoro. Inoltre verranno potenziate le possibilità e opportunità che permetteranno ai ragazzi di eccellere in un percorso professionale.
Tutto questo gioverebbe anche al mondo produttivo, visto che le imprese “lamentano di non riuscire a coprire centinaia di migliaia di posti di lavoro. Secondo Confindustria circa il 50% di quelli necessari, con una perdita di Pil di diversi miliardi di euro” ha spiegato Valditara in un’intervista sul Messaggero; quindi sarà essezialmente il collegamento con il mondo del lavoro, imprese, industria, commercio e artigianato lo zoccolo duro del piano.
Inoltre, ci sarà un cambiamento per quanto riguarda gli anni del percorso di studi: saranno 4 + 2. “Significa che gli anni di istruzioni tecnica professionale saranno quatttro ma saranno collegati con il biennio Its. Si potrà accedere prima agli Its, ma anche all’università o direttamente al mondo del lavoro” ha spiegato Valditara aggiungendo che “non ci sarà una diminuzione della preparazione” anzi “la riforma punta a rafforzare le materie di base, attività laboratoriale, alternanza scuola-lavoro e i rapporti con il mondo delle imprese“.
Dulcis in fundo, giocheranno un ruolo chiave gli scambi di istruzione con gli altri Paesi. Ci saranno stage e attività formative estere per tutti gli studenti desiderosi di fare un percorso alternativo usufruendo delle migliori esperienze lavorative europee. Questi percorsi potranno essere completati dagli studenti con gli Its, ovvero gli istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma, da valorizzare come richiesto dall’Unione Europea con i fondi del Pnrr. Infine, le scuole interessate alla sperimentazione possono candidarsi entro il 12 gennaio.
Il liceo Made in Italy
Parte il liceo Made in Italy, l’istruzione per coloro che vogliono sviluppare una visione culturale e competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del nostro Paese. L’obiettivo è far avere basi solide ai ragazzi in ambito economico, giudico e tecnologico per superare il divario tra le richieste che hanno determinati settori lavorativi e quelle fornite dalla scuola. Gli alunni potranno iscriversi a questo nuovo liceo a partire dal 23 gennaio sulla piattaforma Unica.
Dal ruolo del tutor a quello del docente orientatore
Tanto cambia per gli studenti e altrettanto per i docenti a partire da gennaio. Tra le novità che si potranno trovare il prossimo anno c’è quella delle figura del tutor e quella del docente orientatore. In tutto sono stati formati 55.000 insegnati per questi ruoli e le scuole hanno provveduto a incaricarne una buona parte.
Il ruolo del tutor sarà quello di creare dei percorsi personalizzati ad hoc per gli studenti, sia per quelli che hanno qualche difficoltà sia per coloro che si annoiano e vogliono implementare le proprie competenze sia in orario curriculare sia extra. Il docente orientatore, invece, sembra somigliare ad un vero e proprio talent scout: individua le potenzialità dell’alunno e lo indirizza, con il consenso della famiglia, verso le opportunità più vantaggiose per lui. Anche per questa figura l’obiettivo è puntale alla massima personalizzazione.
Per quanto riguarda gli insegnanti come li abbiamo sempre conosciuti, per loro, nel 2024 grazie alle risorse stanziate nella legge di bilancio verranno incrementati gli aumenti.
La confusione nelle scuole
Tutto questo mondo scolastico rose e fiori però, è costretto a scontrarsi con la realtà. La sperimentazione partirà a brevissimo ma la riforma degli istituti tecnici e professionali non è ancora legge. Inoltre, a far scattare la furia dei sindacati la circolare dal Mim che proroga al 12 gennaio la scadenza per le scuole – originariamente fissata al 30 dicembre – di poter candidarsi alla sperimentazione. Per la Flc Cgil ci sono delle forzature e pressioni dal Ministero e dagli Uffici scolastici regionali troppo gravose da sostenere per le scuole e i relativi dirigenti e difficoltà a gestire tempi strettissimi per le numerose richieste avanzate dalla riforma.
A tal proposito Open ha intervistato Graziamaria Pistorino di Flc Cgil, il sindacato che opera nel settore dell’istruzione, che ha denunciato le maggiori criticità della riforma: “La sperimentazione ha dei tempi strettissimi, non si può aderire così. Passare da 5 a 4 anni è un’impresa per l’organizzazione che riguarda tutto l’impianto scolastico“.
Inoltre, continua Pistorino: “Una volta che l’istituto ha prodotto il progetto, deve essere approvato sia in collegio docenti che in consiglio di istituto, per poi essere inoltrato al ministero che ne deve valutarne la validità. Fatto questo, le scuole possono inserire il nuovo indirizzo nell’offerta formativa e i genitori possono iscriverci i figli“.
Questo però non è un iter così semplice perchè ci sono numerosi step da rispettare a partire dai collegi docenti, nonché primo step a cui devono attenersi i dirigenti. In questi giorni di festività natalizie alcune scuole hanno convocato collegi docenti straordinari per poter inseguire le accelerazioni del ministero alla sperimentazione della riforma. Secondo la Flc Cgil quest’ultimi sarebbero stati persino “illegittimi” per via delle loro modalità: da remoto e in alcuni casi senza regolamento.
“Per la scuola è un caos e ci sono forti criticità alla gestione delle iscrizioni e dei rapporti con le famiglie. Basta pensare che il nuovo indirizzo non è stato inserito nei percorsi di orientamento per gli studenti svolti nei mesi scorsi” ha concluso Pistorino che ha definito queste “accelerazioni, scorciatoie e forzature finalizzate all’introduzione frettolosa di percorsi sminuiti in quantità e qualità” solo dei generatori di “grande confusione e che non trova tutte le scuole d’accordo” sul progetto.
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