La frattura tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico sulla delicata questione della riforma della Rai sembra destinata ad allargarsi, con il rifiuto dei grillini di aderire a un sit-in congiunto sotto la sede di viale Mazzini per protestare contro presunte interferenze politiche da parte della destra nei telegiornali del servizio pubblico. Barbara Floridia, presidente M5S della commissione di Vigilanza Rai, ha esplicitato la posizione del Movimento attraverso un post su Facebook, presentando il dibattito sulla Rai come un “eterno déjà vu” e minimizzando l’etichetta di “TeleMeloni” attribuita dai dem.
Movimento 5 stelle, niente sit-in
Floridia ha giustificato la posizione della destra sulla Rai, sottolineando che la pressione politica sul servizio pubblico è una costante che non ha avuto origine con l’attuale governo. La presidente della Vigilanza ha respinto la proposta di un sit-in congiunto con il PD, spiegando che il problema è strutturale e deve essere affrontato in sede di riforma, escludendo la possibilità di un lavoro comune delle forze di opposizione per giungere a una proposta condivisa sulla riforma della governance Rai.
Floridia ha dichiarato che coinvolgere solo le forze politiche di opposizione porterebbe a un nuovo vicolo cieco, soprattutto perché il modus operandi riscontrato nell’attuale governo non è diverso da quello attuato per svariati anni di governo PD in cui la Tv pubblica veniva monopolizzata da intellettuali di sinistra e il PD faceva orecchie da mercante alle proteste delle opposizioni di destra.
Sit-in bocciato dalle forze politiche d’opposizione
L’ex premier Giuseppe Conte ha mantenuto un atteggiamento prudente sulla questione Rai, evitando di commentare direttamente le critiche della sinistra sulla presunta interferenza politica nel servizio pubblico. Il suo silenzio è stato interpretato come una volontà di mantenere buoni rapporti con il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, già conosciuto dall’epoca dell’agenzia Adn Kronos.
Il PD ha poi criticato l’incertezza di Conte e l’iniziale rifiuto del Movimento a prendere posizione sulla questione. In risposta, Conte ha replicato via social, affermando che il 7 febbraio non parteciperanno al sit-in, sottolineando l’ipocrisia del Partito Democratico e ricordando la riforma imposta dal PD renziano nel 2015, che secondo lui ha sottoposto la Rai al controllo del governo e della maggioranza di turno.
La proposta di riforma della Rai sembra stia provocando uno strappo interno alla minoranza, con Azione, Italia Viva, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana che non aderiranno al sit-in del 7 febbraio. Il Movimento 5 Stelle sembra essere diviso sulla questione, con iniziali segnali di adesione alla riforma prima del post della presidente della commissione Vigilanza Rai, Barbara Floridia, che ha escluso la presenza del Movimento davanti agli studi del servizio pubblico e respinto il tavolo delle opposizioni per la riforma.