Prima del Consiglio Europeo i vertici del Partito del Socialismo Europeo (Pse), riuniti nel prevertice, hanno dedicato un lungo applauso alla segretaria del Pd Elly Schlein. Il motivo? Il successo ottenuto alle Europee e soprattutto ai ballottaggi delle amministrative. Il risultato ottenuto dal Pd, infatti, potrebbe significare una risalita del centrosinistra in Italia, dove in questi mesi si continua a cercare di costruire un’alternativa alle destre al potere.
I festeggiamenti, però, non hanno in alcun modo oscurato la lotta che la leader democratica sta portando avanti contro la Meloni e le destre. “Stiamo arrivando” ha tuonato Schlein davanti al parterre di socialisti, inviando l’ennesimo messaggio al governo italiano. Il resto del prevertice, poi, è stato incentrato sui tempi del Consiglio europeo e quindi sulle nomine dei top jobs europei. La segretaria del Pd ha dimostrato di avere le idee chiare e di essere consapevole di quali sono le sponde da cui poter attingere e quali invece le porte da chiudere senza ulteriori ripensamenti.
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Schlein: “No a qualsiasi tipo di alleanza con Ecr e Id”
Schlein ha ribadito che “il Pd è del tutto intenzionato a far valere il proprio peso”, come già fatto in campagna elettorale, “firmando un impegno a dire no a qualsiasi tipo di alleanza con il gruppo Ecr, guidato da Giorgia Meloni, così come con il gruppo di Id, di cui fanno parte Salvini e Le Pen“. Non è questa la strada che i socialisti devono perseguire ed Elly Schlein sembra averlo capito. “Non si può fare nessuna alleanza con loro. Se bisogna allargare si guardi ai Verdi“ ha quindi sostenuto Schlein.
La segretaria del Pd non concorda con l’idea dello spagnolo Sanchez e del tedesco Scholz di riammettere nel Pse il premier slovacco Robert Fico, poiché non lo ritiene in linea con i valori del partito: Fico è filo-Putin e ha varato un governo con l’ultradestra. I suoi sei voti potrebbero aiutare ad allargare la maggioranza di Von der Leyen e la paura dei democratici è che l’apertura allo slovacco possa accelerare l’obiettivo del Partito Popolare Europeo (Ppe) di coinvolgere anche Meloni nella votazione della presidente della Commissione Europea. Comunque coinvolgere Meloni non significherebbe disattendere l’impegno preso di non allearsi con Ecr e Id, perché si tratterebbe solo dell’appoggio di FdI e non di quello dell’Ecr.
Schlein e i piani per il Pd in Europa
La segretaria del Partito Democratico sta inoltre cercando di distribuire le poltrone che spettano al Pd promuovendo i suoi fedelissimi. Ha ceduto la presidenza del gruppo Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), che spettava numericamente agli spagnoli, alla sua Camilla Laureti come vice, che potrebbe subentrare alla presidenza a metà legislatura. Ma l’attuale presidente spagnola, Garcia Perez, non ha confermato il cambio della guardia a favore del Pd.
Elly vuole mettere anche Alessandro Zan in Commissione e Nicola Zingaretti come capo-delegazione Pd. Vorrebbe inoltre dare la vice-presidenza del Parlamento assegnata a Stefano Bonaccini. Ma i riformisti rispondono alla battaglia con il barese Decaro e il bergamasco Gori per le commissioni e Pina Picierno per la vice-presidenza.
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