In mezzo al frastuono dei record raggiunti dal Festival di Sanremo, una voce fuori dal coro sta tentando di farsi sentire nel panorama politico italiano: quella di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico. Infatti, mentre la Rai domina la scena televisiva con uno share eccezionale per l’evento condotto da Amadeus, Schlein ha scelto un momento chiave per lanciare un duro attacco contro quello che definisce TeleMeloni, criticando apertamente il servizio pubblico e attuando un controverso sit-in di protesta.
Pochi partecipanti alla protesta voluta da Schlein
La protesta, che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone, principalmente parlamentari del PD, ha evidenziato una chiara volontà da parte di Schlein di denunciare la situazione attuale della Rai, descritta come una sorta di occupazione militare da parte del centrodestra: “La misura è colma e la destra ha oltrepassato la soglia della decenza procedendo con un’occupazione militare della Tv di Stato”.
Tuttavia, nonostante il chiaro intento di di mobilitare le masse, il sit-in non ha raggiunto un grande pubblico, con un’affluenza piuttosto limitata e la partecipazione di pochi altri partiti di opposizione. Durante il suo intervento, Schlein ha sottolineato l’importanza fondamentale della libertà di stampa e ha invitato le forze politiche di opposizione a unirsi per riformare la governance della Rai, rendendola finalmente indipendente dall’influenza politica.
Liberare la Rai da tutti i partiti o solo dai Meloniani?
Come al solito, non sono mancate le critiche al Partito Democratico e al suo intento, considerato da alcuni piuttosto ipocrita, visto che, durante i precedenti mandati politici, erano gli intellettuali di sinistra a monopolizzare la tv di stato. Dopo l’annuncio del sit-in, anche Marco Travaglio, Direttore de Il Fatto Quotidiano, aveva attaccato duramente la decisione, ricordando l’esercito di “direttori, condirettori, vicedirettori, presidenti e amministratori PD” che hanno lavorato per la Rai negli anni passati, raggiungendo addirittura il 60% sul totale dei dipendenti, durante l’amministrazione Draghi.
In effetti, all’epoca, né il Pd, né i partiti di opposizione fecero alcun tipo di protesta per denunciare la polarizzazione politica di una Tv di stato che dovrebbe essere neutrale (anche se non lo è mai stata). Vista in quest’ottica, l’improvviso interesse del PD verso l’equità della Rai non sembrerebbe essere tanto dato dalla colonizzazione della tv di stato da parte di sostenitori delle idee di Meloni, quanto il fastidio di non poterci infilare più i propri.
Tra le personalità che hanno dato il proprio contributo al sit-in, la voce più neutrale è sembrata essere quella di Sigfrido Ranucci, conduttore Report, che ha affermato: “Io mi sento un giornalista libero e ho sempre fatto il mio lavoro in libertà. Sono venuto perché la libertà di stampa è un valore alto. Bisogna tenere a mente che l’unico editore possibile per la Rai è il pubblico” e pertanto “serve una riforma per levare la Rai dalle mani dei partiti”. Tutti i partiti quindi, senza distinzione.