Si è aperta una settimana movimentata per il governo: le due mozioni di sfiducia nei confronti del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini e la ministra del Turismo, Daniela Santanchè sono state bocciate. Per il leader della Lega, la Camera ha votato 129 sì, 211 no, 3 gli astenuti, mentre per la ministra 213 no, 121 sì e sempre gli 3 astenuti.
“Il mio stato d’animo è uguale a quello di ieri, a quello di una settimana fa e a quello di un mese fa: assolutamente tranquilla a fare il mio lavoro. Come vedete anche qua oggi, come ieri e come farò domani“, ha dichiarato Santanché non appena saputo del voto.
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Santanchè: il voto di Renzi
“Noi facciamo politica e dunque l’ipocrisia grillina non ci interessa. Votiamo sì alla sfiducia basata sulla politica” scrive su X il leader di Iv Matteo Renzi che aveva già annunciato il voto negativo alla mozione di sfiducia a Daniela Santanchè. Quest’ultima era “basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari“.
Santanché: “Il voto mi sembra chiaro, sono tranquilla“
La ministra del Turismo, a margine della nona edizione del meet forum a Pietrarsa, ha risposto alle domande dei cronisti, dichiarando: “Il Parlamento, credo, che in una democrazia è sovrano. Il voto mi sembra molto chiaro, per cui assolutamente non direi serena ma molto tranquilla“.
Durante la votazione non hanno risposto alla chiamata alcuni esponenti del centrodestra, tra cui Marta Fascina, vedova di Silvio Berlusconi. Assenti anche Antonio Angelucci e Giulio Tremonti. Gli esponenti di +Europa non hanno preso parte al voto, anche se a svolgere la funzione di segretario era proprio Benedetto Della Vedova, uno di loro. Assente anche Enrico Costa, mentre hanno espresso voto contrario alla mozione di sfiducia i parlamentari di Italia Viva.
Crippa: “In caso di rinvio a giudizio dovrà decidere Meloni“
Il vicesegretario della Lega Andrea Crippa ha dichiarato che nel caso in cui dovesse esserci un rinvio a giudizio della ministra del Turismo Daniela Santanché la decisione sul suo caso dovrà essere presa dalla stessa premier Meloni. “Santanchè è un ministro di Fratelli d’Italia, noi siamo garantisti, poi la presidente del Consiglio, che è segretaria di Fratelli d’Italia, di fronte a un rinvio a giudizio deciderà. Non è la Lega che deve entrare nelle questioni degli altri partiti“, ha infatti dichiarato il vicesegretario.
Ipotesi sfiducia Santanché: “Giorno importante, non sono preoccupata“
Da ieri tutti i parlamentari sono precettati: il centrodestra deve necessariamente essere presente in Aula e nessun voto dovrà mancare per respingere l’una e l’altra mozione di sfiducia. La Santanchè a proposito ha affermato: “Domani sarà un giorno importante. L’opposizione fa la sua parte rendendo più forte la maggioranza. Sono zero preoccupata: male non fare, paura non avere“. Parole chiare, dunque, arrivano dalla ministra del Turismo, la quale però potrebbe rischiare grosso se si arrivasse al rinvio a giudizio. A quel punto infatti, la Santanchè potrebbe dimettersi.
Tra l’opposizione Italia Viva di Matteo Renzi si colloca in una angolo moderato annunciando il no alla sfiducia: “Santanchè ministra ha fallito e la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla“.
Salvini e Santanchè: l’obiettivo di Lega e Fratelli d’Italia
La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro la Santanchè potrebbe slittare ancora, complice un ingorgo di provvedimenti. “Nessuno mi ha chiesto di dimettermi“, aveva assicurato la ministra nei giorni scorsi, circondata da una certa freddezza nella maggioranza. L’obiettivo di Lega e Fratelli d’Italia sarebbe quello di controllarsi a vicenda: il voto delle sfiducie nello stesso giorno permetterebbe ai gruppi di creare un ‘muro di protezione’ intorno ai due ministri ed evitare quindi, qualsiasi defezione o voto mancante.
La mozione di sfiducia delle opposizioni a Salvini riguarda i rapporti della Lega con il partito Russia Unita e, a differenza della precedente, l’esito non agita affatto il governo. Presentata da Matteo Richetti di Azione, la mozione è stata sottoscritta dal leader pentastellato, Giuseppe Conte e la segretaria del Pd, Elly Schlein. Certo è che le due mozioni di sfiducia imbarazzano gli alleati di governo: su Salvini, la premier Meloni e i suoi ministri avevano già preso le distanze dalle posizioni filo-putiniane del leader del Carroccio.
L’Aula voterà mercoledì e giovedì anche in seduta notturna e saranno tutti precettati. Lo slittamento del caso Santanchè porterebbe un respiro di sollievo per Fratelli d’Italia che, dal suo canto, attende novità giudiziarie a difesa della ministra.
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