Giustizia, Nordio al Quirinale con il dossier

Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare la riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere e il doppio Csm

3 Min di lettura

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, si recheranno al Quirinale per mostrare i contenuti della riforma costituzionale della magistratura. Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare la riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere e il doppio Csm, e l’incontro potrebbe servire a illustrare i contenuti del ddl costituzionale al presidente della Repubblica Sergio Mattarella o a uno dei consiglieri giuridici del Quirinale.

La riforma della giustizia: cosa prevede

La riforma era da anni nel programma di governo del centrodestra e i parlamentari dei gruppi centristi e garantisti – tra cui Matteo Renzi, per Italia Viva e Enrico Costa per Azione – hanno più volte sollecitato un maggior coraggio da parte di via Arenula. “Temiamo più di ogni altra cosa l’opposizione giudiziaria“, era stata la dichiarazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che aveva sollevato una serie di polemiche.

Questa mattina Mantovano ha difeso ai microfoni di Sky Tg 24 la riforma della giustizia elaborata dal ministro Nordio, incentrata sulla separazione delle carriere e la riforma del Csm: “La separazione delle carriere c’è nei fatti già da qualche anno ed è stata nella sostanza realizzata con la riforma Cartabia, rendendo veramente molto, molto complicato il passaggio da pm al giudice, che può avvenire una sola volta, non consente di tornare indietro. Il problema è che, a fronte di una separazione che è già nei fatti, c’è un unico Csm, per cui i pm decidono delle carriere dei giudici e viceversa“, ha dichiarato Mantovano.

Il sottosegretario ha poi aggiunto: “Il ddl che arriverà in Cdm non riguarda solo la chiusura formale di una separazione che è già nei fatti, ma trarne le conseguenze, permettendo a due Csm di occuparsi di due distinte carriere e provando a ridimensionare il ruolo delle correnti, gli unici veri partiti rimasti sul campo, protagoniste spesso delle carriere dei magistrati“. Inoltre, “puntiamo a togliere al Csm la sezione disciplinare e individuare una corte di giustizia per i magistrati che si occuperà di tutti i magistrati, svincolata dall’appartenenza correntizia. E poi all’inserimento in Costituzione del ruolo essenziale dell’avvocatura, che permette parità delle parti processuali che nel codice di procedura penale c’è da 35 anni“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo