A sole 24 ore dall’inizio del voto per le elezioni europee uno scandalo ha fatto tremare i più alti vertici di Fratelli d’Italia, il partito del premier Giorgia Meloni. Nuovamente al centro dei riflettori Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e cognato del Presidente del Consiglio. Stavolta a far parlare di lui non sono state le sue dichiarazioni a volte un po’ troppo fuori dagli schemi, ma i rapporti del suo portavoce con uno dei più famosi capi ultras nella storia della S.S. Lazio.
Paolo Signorelli, capo ufficio stampa del ministro dell’Agricoltura, sarebbe finito al centro di una bufera mediatica a causa di alcune intercettazioni che lo vedono protagonista insieme a Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultrà della Lazio, estremista di destra e trafficante di droga. Ucciso nel 2019 da alcuni colpi di pistola, è ancora al centro delle indagini della Polizia di Stato. Proprio durante queste investigazioni, sarebbero venute alla luce alcune chat tra l’ultras e Signorelli.
Frasi antisemite, insulti ai tifosi della Roma e anche al clero, hanno gettato una luce totalmente nuova su Signorelli. Indirettamente sono finiti nella fossa dei leoni anche Lollobrigida e le sorelle Meloni, che si sarebbero assunti il compito di risolvere la questione. Mentre le opposizioni gridano allo scandalo e chiedono le dimissioni del capo ufficio, Signorelli cerca di placare le acque autosospendendosi, nella speranza che dopo le elezioni europee la situazione si sgonfi.
Signorelli: “Non ricordo, i contenuti di quella chat sono distanti da me“
Mentre il caso Signorelli continuava a gonfiarsi, i vertici di FdI hanno iniziato a correre ai ripari. Il diretto interessato ha preso le distanze dal contenuto di quelle chat con Diabolik, riconoscendone la gravità ma dichiarando di non ricordare quanto scritto. Tali chat sarebbero emerse durante le indagini per l’omicidio del capo ultras, quando i contenuti del suo smartphone sono stati scandagliati dagli inquirenti.
Nella chat con il capo ufficio stampa di Francesco Lollobrigida, sarebbero emersi contenuti antisemiti. Diabolik avrebbe detto: “Mica è colpa nostra se i romanisti sono tutti ebrei” e Signorelli avrebbe risposto con un “tutti ebrei“. Parlando poi del giornalista Gad Lerner, Piscitelli lo avrebbe definito “quell’ebreo” e Signorelli avrebbe chiesto: “Cosa ha detto quel porco?“. Sempre nella stessa chat i due avrebbero parlato del movimento terroristico di estrema destra Ordine nuovo, di cui avrebbe fatto parte anche il nonno di Signorelli. “Onore a loro” avrebbe detto il portavoce di Lollobrigida, facendo riferimento ai partecipanti del gruppo.
Non sono mancati insulti alla Chiesa cattolica, con Piscitelli che avrebbe dichiarato: “Le brucerei le chiese” e Signorelli avrebbe detto “I preti, i peggio“. Quest’ultimo avrebbe poi raccontato di come suo nonno fosse un “pagano convinto” e avrebbe raccontato del matrimonio di una sua zia, celebrato con rito pagano sul monte Soratte, dove Mussolini avrebbe costruito il suo bunker: “Tutti là siamo andati, ci stava pure il Ciavarda. Si è divertito, anche se lui è molto cattolico“. Il riferimento sarebbe a Luigi Ciavardini, un appartenente all’organizzazione di Ordine nuovo.
Lollobrigida: “Sono certo che Signorelli sia distante anni luce da quelle conversazioni“
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha immediatamente preso le difese del suo collaboratore: “Per come l’ho conosciuto in questi due anni, sono certo sia distante anni luce da quanto riportato nella conversazione e confido possa smentirla al più presto“. Mentre le opposizioni chiedono le dimissioni, l’intervento della Commissione antimafia e un’audizione di Signorelli in Aula, FdI mantiene un profilo basso. Signorelli si è autosospeso, facendo un passo indietro nella speranza che le acque si calmino, ma il centrosinistra non sembrerebbe voler lasciare andare la questione.
“Quanto emerso dagli atti dell’inchiesta sull’omicidio Diabolik impone di avviare al più presto un’istruttoria dell’Antimafia sulla vicenda e sugli inquietanti rapporti intrattenuti da un collaboratore del governo con ambienti della criminalità organizzata e del terrorismo nero” ha dichiarato la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani, chiedendo che la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo “agisca di conseguenza“.
Tali accuse hanno scatenato l’ira di Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di FdI che ha ribattuto: “Il caso è chiuso. Le parole sono gravissime, ovviamente. Ma la polemica è della sinistra che tira fuori chat private di sei anni fa per accusare un partito. Ricordo che la professoressa Di Cesare, quella che insulta Giorgia Meloni, ha pubblicamente difeso la terrorista Balzarani“. Il ministro dell’Agricoltura si è detto “schifato e perplesso” dall'”indignazione un tanto al chilo della sinistra“.