Le elezioni regionali in Piemonte si avvicinano, così come i primi tentativi di creare un fronte aperto che possa tener testa al candidato azzurro Alberto Cirio. Un fronte aperto su cui hanno iniziato a lavorare Pd e M5S, che ieri hanno avuto un primo incontro per discutere strategie, programmi e papabili candidati. Purtroppo, nulla è andato secondo i piani e il primo confronto tra i due partiti si è trasformato in uno scontro aperto sui molti temi e le criticità che distanziano le ideologie dei democratici e dei grillini.
C’è “una volontà continuare con il dialogo, con l’impegno per approfondire sui territori e le criticità emerse” ha dichiarato il dem Domenico Rossi, tenendo aperta ogni possibile porta e tenendo ancora in considerazione la possibilità di un’alleanza. Il prossimo incontro tra le due forze politiche sarà il 17 gennaio, data in cui si auspica che il dialogo e le proposte siano più concrete e in cui potrebbe finalmente essere deliberato il nome del prossimo avversario di Alberto Cirio.
Piemonte, il primo incontro tra Pd e M5S
La strada verso le elezioni regionali si sta mostrando più tortuosa di quanto ci si potesse aspettare e il primo incontro tra i dem e i pentastellati lo ha dimostrato ampiamente. Troppi i punti di disaccordo, troppe le criticità su cui si vuole agire diversamente e soprattutto troppa mancanza di fiducia.
Lo spiega perfettamente Ivano Martinetti, coordinatore del Movimento a Cuneo, che conferma come “il nodo è la credibilità di un’alleanza con chi ad Asti o ad Alessandria non sta con noi. Non sono dinamiche che possiamo ignorare, prima ancora di parlare di temi“. La strada è ancora lunga e le tematiche da decidere insieme sono innumerevoli, perché il problema non è solo la gestione di Torino, ma anche la risoluzione delle criticità tipiche delle altre provincie e delle periferie.
Le grandi spaccature, però, si sono formate su temi iper-locali, ovvero le comunali di Rivoli, il nuovo ospedale della Pellerina a Torino e soprattutto l’appoggio dei dem al presidente della provincia di Cuneo, Luca Robaldo, molto vicino ad Alberto Cirio. Quest’ultimo è un tema che ha creato non poco risentimento nei pentastellati, come dimostrano le parole di Sarah Disabato, coordinatrice M5S: “Noi abbiamo sempre aperto alla convergenza sui territori, anche appoggiando candidati del centrosinistra. La vera disponibilità al campo largo l’abbiamo sempre offerta noi: peccato non sia stata mai reciproca“.
Le questioni da affrontare sono ancora troppe e il prossimo incontro, tra meno di due settimane, porterà alla luce nuove spaccature ma forse anche qualche punto di incontro che potrebbe fungere da colomba di pace tra i due partiti.
Piemonte, il 17 gennaio incontro per Tav e sanità
Il 17 gennaio pentastellati e democratici si siederanno nuovamente intorno allo stesso tavolo, perché se il primo incontro è deragliato su rivalità e screzi tra partiti, questo secondo incontro deve focalizzarsi su quei temi politici che realmente faranno da colonna portante alla campagna elettorale.
Prima tra tutti la Tav, su cui il Movimento sembra non voler transigere: “Non abbiamo mai cambiato idea sulla Tav -ha sottolineato Disabato- Ma la nostra opinione resta la stessa anche sull’edilizia sanitaria, e pure su questo non abbiamo alcuna intenzione di trattare“. Insomma, una coalizione con questi termini sembra un po’ complessa da realizzare e se ne sono accorti anche ai piani alti del M5S e del Pd, che hanno potuto seguire l’incontro dalla Capitale. Eppure, per Paola Taverna, vicepresidente pentastellata e Davide Baruffi , responsabile enti locali del Pd, c’è ancora speranza per la riuscita della coalizione.
“Si è trattato solo di un incontro interlocutorio, ci riaggiorneremo focalizzandoci di più sui temi –ha dichiarato Taverna- perché è da lì che bisogna partire. Non ci sono atteggiamenti pregiudiziali da parte nostra, ma non c’è dubbio sul fatto che ci siano temi su cui in passato abbiamo avuto posizioni molto diverse e che oggi ci rendono distanti“.
Baruffi è invece meno speranzoso e vede nei grilli una sorta di mancanza di convincimento nei confronti dell’alleanza: “La sensazione è che i 5 Stelle in Piemonte siano restii a un accordo rispetto ad altre realtà. Pesano attriti più freschi, soprattutto a Torino. Spero che ci sia la volontà di guardare non alle amministrazioni del passato ma a quella che si vuole proporre insieme per il futuro della Regione“.