In seguito alle controversie e agli scontri avvenuti durante le proteste a Pisa, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha tenuto un incontro al Viminale con i rappresentanti sindacali per discutere le recenti manganellate da parte della polizia contro gli studenti manifestanti e il crescente malcontento nelle piazze italiane.
Durante la riunione, il ministro ha affermato di essere d’accordo con le dichiarazioni del presidente Mattarella, sottolineando che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non dovrebbe basarsi sull’uso della forza, “ma affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana”.
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La posizione di Piantedosi sulle manganellate
Tuttavia, Piantedosi ha condannato fermamente l’ “intollerabile serie di manifestazioni di violenza” che si sono manifestate nelle città italiane, ribadendo il richiamo del presidente contro gli atti di aggressività verbale e i danneggiamenti, affermando che tali comportamenti non sono tollerati in una società democratica.
Nel corso della riunione, il ministro ha fornito dettagli sulla manifestazione a Pisa, sottolineando che non è stato presentato alcun preavviso alla Questura prima dell’inizio della protesta. Piantedosi ha accusato i manifestanti di rifiutarsi di cooperare con le autorità e di tentare deliberatamente di superare le barriere delle forze di polizia per raggiungere obiettivi sensibili. Ha anche sottolineato che i video girati durante la manifestazione sono ora sotto l’attenzione della magistratura per un’indagine approfondita al fine di valutare se ci siano stati eccessi di violenza da parte delle forze di polizia o dei manifestanti.
Piantedosi ha respinto energicamente le polemiche sollevate contro il governo, definendole “inaccettabili, false e strumentali“. Ha denunciato l’obiettivo di accreditare l’idea di una presunta strategia governativa volta a impedire la libera manifestazione del pensiero, confermando il fatto che il modus operandi della polizia in casi di ordine pubblico è sempre stato lo stesso, con qualsiasi governo. Il Ministro ha trovato ancor più inaccettabile che, per scopi politico-elettorali, si attacchi il ruolo e la professionalità delle forze di polizia nel loro insieme, data l’importante funzione che svolgono nella società.
Qual è il ruolo della polizia?
Piantedosi sembra tentare di spezzare una lancia a favore delle autorità, ma in questi giorni in molti si sono scagliati contro l’intero corpo di polizia per ciò che è accaduto a Pisa, ma se non può esserci risposta alla violenza della folla manifestante, la domanda sorge spontanea: quale comportamento viene definito accettabile da parte dei poliziotti durante dei servizi di ordine pubblico? L’obiettivo delle forze di polizia in casi analoghi è sempre stato quello di porsi in difesa di gruppi di persone o luoghi sensibili, e impedire alle folle di manifestanti di sfogare rabbia e distruzione, mantenendo così l’ordine pubblico. Se una fila di poliziotti viene messo a difesa dell’ingresso di una via e una folla li carica per entrare, quale sarebbe il comportamento appropriato per svolgere il proprio lavoro senza essere denunciati o additati come violenti?
I corpi delle forze dell’ordine rappresentano lo Stato, e da sempre si attirano la rabbia e il risentimento delle persone come simboli concreti maggiormente raggiungibili di un governo inafferrabile. Nonostante questa rabbia, è chiaro che senza ordine pubblico e sicurezza non potrebbe esistere alcuno stato democratico, e pertanto, nel momento in cui una striscia di poliziotti viene messa a difesa di un gruppo di persone o un edificio, è la sicurezza di tutti che viene protetta, anche quando parte della società si schiera dall’altra parte della barricata per coprirli di ingiurie per aver fatto il proprio lavoro.
Se i poliziotti in ordine pubblico dovessero essere ridotte all’immobilità e passività di fronte a situazioni simili, la funzione stessa del corpo di polizia decadrebbe e tanto varrebbe mettere in atto la soluzione trovata da Nicola Porro per evitare denunce ai membri della polizia di stato: “Ma chi ve lo fa fare? Non fate più un c***o, toglietevi i manganelli, lasciateli entrare a devastare le sinagoghe” e riferendosi ai manifestanti “radete al suolo le città! È l’unica posizione che possiamo avere così finalmente la gente si sveglia”.
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