Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ai nuovi test per i magistrati, dopo una lunga discussione tenutasi ieri a Palazzo Chigi, che ha edulcorato il testo iniziale. Secondo quanto approvato, sarà il Csm – l’organo di autogoverno della magistratura – a nominare i docenti che saranno parte della commissione d’esame per i test psico-attitudinali. Ad annunciarlo al termine del Cdm è stato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio precisando che “non c’è alcuna interferenza da parte dell’autorità politica o del governo”.
Test psicoattitudinali, Tajani: “Io me lo sono fatto fare da mia figlia”
Anche Antonio Tajani si è espresso sulla questione: “I test psicoattitudinali? Non lo trovo affatto offensivo né una violazione dell’autonomia della magistratura perché il test si fa a chi non è magistrato non a chi è magistrato. Se avessimo deciso di farlo ai magistrati sarebbe stato una interferenza ma questo lo si fa a chi vuole diventare magistrato. Non capisco perchè tanta agitazione“. Così il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha aggiunto: “Mia figlia è psicologa ed io me lo sono fatto fare. Sono sicuro che la stragrande maggioranza dei magistrati sarebbe contenta“.
Test, approvato il testo in Cdm
Nonostante il testo del decreto attuativo sia stato ammorbidito rispetto alla proposta iniziale – “annacquato” è stato definito dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia – le toghe sono pronte e scioperare. “Non c’è un’esigenza reale, ma solo simbolica, per dire che i magistrati non sono equilibrati. I controlli già ci sono’’, spiega ospite di Ottoemezzo, il presidente dell’Anm. “È un messaggio simbolico per gettare ombra sulla magistratura”.
Il ministro della Giustizia Nordio ha accolto i suggerimenti della maggioranza e vuole andare fino in fondo con il decreto attuativo della riforma dell’ordinamento giudiziario: la verifica dell’idoneità psicoattitudinale sarà riservata a chi ha già superato le prove scritte e orali del concorso per la magistratura. Oggi la bozza del testo, che dà attuazione ai principi di delega per la riforma, sarà discussa in Consiglio dei ministri.
Test, Nordio rompe con Anm
Gli scioperi delle toghe riguardano infatti i test psico attitudinali sottoscritti dal Guardasigilli Carlo Nordio, che oggi approdano in Consiglio dei ministri, e grazie ai quali Nordio rischia la più totale rottura con l’Anm. Paradossale che sia proprio un ministro-magistrato a imporli ai colleghi.
L’Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato dei magistrati protesta, perché “con una disinvoltura che disorienta” Nordio e il governo introducono i test “senza dire cosa siano, a cosa servano, come si strutturino, quali saranno le conseguenze di un eventuale risultato negativo, quali le figure professionali che li effettueranno e li valuteranno”. Dal loro fronte arriva infatti un bocciatura in piena regola perché “in modo del tutto irragionevolmente” viene di fatto introdotta un prova ulteriore, dopo quella scritta e quella orale.
“Con decreto del ministro della Giustizia, previa delibera del Consiglio superiore della magistratura, sono nominati esperti qualificati per la verifica dell’idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie. Le linee di indirizzo e le procedure per lo svolgimento degli accertamenti (…) sono determinati dal Consiglio superiore della magistratura d’intesa con il ministro della Giustizia. La verifica ha luogo dopo il completamento delle prove orali” del concorso, si legge nella bozza finale del provvedimento.
La legge codifica solo il principio: il testo demanda ad altri il compito a decidere i contenuti dei test (e chi ne valuterà i risultati). Saranno poi, con atti subordinati, il ministero di via Arenula e il Csm, l’organo di autogoverno della magistratura a decidere sull’esito con “rimandi a decreti delegati più approfonditi“.
Ma il testo del decreto ha preso il via: con ogni probabilità, i futuri aspiranti giudici e pm dovranno sottoporsi a una verifica della loro salute mentale, secondo criteri stabiliti (anche) dal governo. Un progetto prende le mosse da quello proposto da Licio Gelli, cioè il programma della loggia eversiva P2, che aveva a provato ad introdurre qualcosa di simile nel 2008, sotto il governo Berlusconi. Nordio potrebbe infatti riuscire in questa impresa, dopo aver ceduto di fronte all’asse Lega-Forza Italia che insiste sul progetto.
Nordio, Anm: “Il decreto viola la Costituzione”
In caso di esito positivo, il Consiglio dei ministri violerà molto probabilmente la Costituzione: questo testo infatti non rientra nell’oggetto della legge delega della riforma Cartabia, quindi non può essere inserito nel relativo decreto di attuazione – quello discusso oggi. Oltre ad essere in evidente contrasto i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale.
A ricordarlo è anche l’Anm – l’organismo di rappresentanza delle toghe italiane – in una lunga e durissima nota diffusa dalla Giunta esecutiva centrale: “Alla genericità e alla vaghezza degli annunci dei test per i magistrati, condensati in scarne osservazioni delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, pensavamo, con cauto ottimismo, che il ministro della Giustizia avrebbe risposto con la necessaria razionalità normativa. Pensavamo che, impegnato ad attuare una legge delega che non fa menzione dei test, non avrebbe percorso la strada dell’evidente eccesso di delega. Pensavamo ancora che non gli sarebbe sfuggita la palese violazione della riserva di legge in materia di ordinamento giudiziario e che pertanto non avrebbe indugiato a inserire una norma vaga, priva di reali contenuti regolativi. E invece, il ministro della Giustizia ha frustrato ogni aspettativa di rispetto della cornice costituzionale”, si legge.