Il ministro Carlo Nordio ha un obiettivo dichiarato: dare all’Italia una “giustizia più efficiente“. Nulla di non vero, se non fosse però che le soluzioni individuate dal ministro sembrano voler mettere i bastoni tra le ruote al sistema giuridico italiano, piuttosto che aiutarlo nel suo miglioramento. L’obiettivo è ovviamente quello di snellire le procedure lunghe e tortuose della giustizia del nostro Paese, eppure, le soluzioni individuate da Nordio hanno sollevato più di qualche interrogativo.
“Meno poteri ai pubblici ministeri, via il reato d’abuso d’ufficio, tagli alle spese per le intercettazioni, modifiche al codice di procedura penale per la riduzione della popolazione carceraria“, queste le linee di intervento che il ministro ha orgogliosamente presentato al Parlamento tra lo sgomento dell’opposizione e dell’Associazione Nazionale Magistrati.
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La rabbia dell’Anm
Il segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro, ha deciso di rispondere alle accuse del ministro Nordio, che continua a portare avanti la crociata per la separazione delle carriere con lo scopo di diminuire i “poteri immensi del pm“. Il ministro teme, infatti, che i pubblici ministeri possano diventare pericolosi a causa della mancanza di controllo che si opera nei confronti di queste figure.
“Le parole del ministro tradiscono un’intenzione recondita: la voglia di ridimensionare i poteri dei pm che sono però già sottoposti a continui controlli del procuratore e del giudice” ha dichiarato Casciaro spiegando che “finora si era detto che la riforma intendeva rendere terzo il giudice. Ora invece si annuncia un controllo che, con l’introduzione della discrezionalità dell’azione penale già annunciata, non potrà che essere controllo della politica“.
Nordio: “La corruzione percepita in Italia non corrisponde a quella reale“
Proprio nel giorno in cui si chiudeva l’esame del ddl di riforma, il ministro della Giustizia ha deciso di presentare alcuni nuovi provvedimenti. Interventi che hanno prodotto critiche severe, ma che sembrano essere profondamente care al ministro Nordio, che non vede alcuna falla nel sistema che ha intenzione di costruire.
Dopo il depennamento del reato d’abuso d’ufficio, regolamentato dall’articolo 323 del codice penale e riguardante il comportamento illecito del pubblico ufficiale, Nordio ha deciso di introdurre un’altra novità, stavolta riguardante il reato di corruzione: “L’Italia in fondo alle classifiche europee per affidabilità a causa della corruzione? È perché i parametri sono errati, vanno cambiati i sistemi di calcolo. I criteri di corruzione percepita non corrispondono a quelli della corruzione reale“. Insomma, il nostro Paese si è trovato al centro di un piccolo misunderstanding che però il ministro ha tutte le intenzioni di risolvere al più presto.
Allo stesso modo, Nordio vuole chiarire la situazione delle carceri italiane: “Il sovraffollamento delle carceri è un problema non solo italiano ma di tutti i Paesi. L’Italia è ai primi posti per trattamento umanitario dei detenuti. Questo non toglie nulla al fatto che siamo perfettamente consapevoli della situazione critica“.
Nordio contro le intercettazioni
Altro punto del ddl Nordio da analizzare riguarda il ruolo della intercettazioni telefoniche e ambientali. “Sono troppo dispendiose” aveva detto il ministro, sottolineando però come non volesse in alcun modo depennarle, come ha fatto col reato d’abuso d’ufficio, ma solo rivedere le modalità con cui venivano messe in campo durante le indagini. Una restrizione che, secondo l’opposizione, non andrebbe a favore della burocrazia italiana, ma piuttosto di chi cerca di delinquere. Durissimo l’intervento di Federico Cafiero De Raho (M5S) che ha accusato Nordio di voler creare una politica “a favore delle mafie“.
Allo stesso modo Nordio si è battuto per l’eliminazione del sequestro degli smartphone durante le indagini poiché, secondo il ministro, questi conterrebbero “la vita delle persone“, proprio per le innumerevoli azioni che grazie agli stessi possono svolgersi.
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