“Fra le grandi Nazioni europee, il governo italiano è sicuramente il più forte“, così Giorgia Meloni si crogiola nel successo ottenuto dalle scorse elezioni europee che hanno incoronato l’Italia come l’unico Paese in cui il governo è ancora sostenuto dai cittadini. Nonostante il forte astensionismo e la crescita del Partito democratico, la maggioranza di governo ha retto e il Presidente del Consiglio ha ottenuto la sua conferma conferma: il popolo ancora li sostiene.
Davanti al crollo del governo francese e alla crisi di quello tedesco, in cui i partiti al governo hanno ottenuto percentuali deludente, Meloni può ritenersi soddisfatta del suo 28,8%, ottenuto da meno del 50% dei votanti italiani. Ora l’Italia si trova a dover sostenere un ruolo di spicco nell’Ue, dove il premier Meloni dovrà far pesare la sua posizione e mantenere l’Italia in una posizione di comando.
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Lo scoglio delle elezioni europee è stato superato ma all’orizzonte gli ostacoli da affrontare sono ancora molti. Primo tra tutti il momento in cui bisognerà decidere il prossimo presidente della Commissione europea. La scelta cadrà sul gruppo dei Popolari, il Ppe, da cui cinque anni fa emerse Ursula Von der Leyen. Da comprendere se la presidente uscente dovrà realmente prepararsi ad un secondo mandato o se il nome che salirà alla presidenza sarà diverso. “L’Italia sarà protagonista e non spettatrice” ha rivendicato Meloni, pronta a chiedere sicurezze e ruoli di potere e non più solo ad attendere le decisioni altrui.
Meloni: “Quando la proposta del candidato sarà formalizzata la valuteremo“
Giorgia Meloni ha voluto sottolineare come l’ottimo risultato del governo alle europee “rafforza l’Italia in tutte le sedi internazionali” e come a sua volta anche la sua figura di capo del Governo venga vista come un punto di interesse in Europa. La sua voce, soprattutto quando si tratterà di scegliere il prossimo presidente della Commissione europea, dovrà essere ascoltata.
“Quando la proposta sarà formalizzata la valuteremo” ha dichiarato il premier prendendo tempo. Sembrerebbe che le intenzioni siano quelle di attendere la chiusura delle elezioni in Francia e a quel punto comprendere in che direzione muoversi. La proposta del secondo mandato di Von der Leyen sembra scontata ma non la sua rielezione. In quest’ottica la parola di Meloni sembrerebbe cruciale. Nel caso in cui la leader di FdI decidesse di accettare il nome della candidata del Ppe è probabile che in cambio chieda un ruolo di potere per un nome italiano.
Sembrerebbe, infatti, che a Roma si stia valutando la possibilità di ottenere uno dei top jobs, ovvero gli incarichi apicali dell’Unione. Si valuterebbe addirittura la possibilità di un italiano a capo della Commissione Ue, del Consiglio europeo e come Alto rappresentante della politica estera.
L’incognita del nome italiano
Con il Partito popolare europeo che si è nuovamente confermato come primo gruppo nella Commissione Ue, i nomi italiani papabili per la candidatura potrebbero provocare uno smottamento nel governo italiano. Il favorito, infatti, sarebbe Antonio Tajani, leader di Forza Italia. Il delfino di Berlusconi, però, prima delle elezioni aveva dichiarato di non essere propenso ad un ruolo nell’Ue e allo stesso modo il governo non ritiene possibile la sua candidatura.
Lasciare scoperto un partito che solo un anno fa ha perso il suo fondatore non sembrerebbe una scelta saggia. Potrebbe provocare una crisi, proprio nel momento di massima crescita del partito. Un secondo papabile nome sarebbe quello dell’ex premier Enrico Letta come capo del Consiglio europeo, insieme a quello del numero 1 dell’intelligence Elisabetta Belloni.
Nel caso in cui, invece, si dovesse accettare il secondo mandato di Ursula Von der Leyen, sembrerebbe che il premier punti ad ottenere un nome italiano come Commissario per il mercato interno, carica ad oggi ricoperta da Thierry Breton.
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