Il 25 aprile, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, saranno presenti alla cerimonia ufficiale che, come ogni anno, si celebra all’Altare della Patria. Quella di giovedì è una data importante, il Giorno della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista, che già domenica aveva tirato fuori delle polemiche contro l’esecutivo e il controllo della Rai con il discorso dello scrittore Scurati, letto dalla conduttrice Serena Bertone. Sarà un 25 aprile particolarmente difficile sul piano politico, visto anche le elezioni europee del prossimo giugno.
Il programma di Mattarella
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella alle nove deporrà una corona all’Altare della Patria e poi volerà in un piccolo paese vicino Arezzo per presenziare alle celebrazioni in piazza Don Alcide Lazzari, il prete che si offrì al posto dei civili e – per questo motivo – venne ammazzato con un colpo alla testa. Mattarella vuole ricordare in maniera solenne quei mesi drammatici che hanno devastato l’Appennino italiano. Con lui, ci sono anche dei testimoni come Ida Balò – che aveva 14 anni all’epoca – e parlerà direttamente al presidente. Il sindaco Andrea Tavarnesi ha affermato: “Lo avevamo invitato per il 29 giugno però il Quirinale ha preferito anticipare la visita“.
La partecipazione del governo
All’Altare della Patria ci saranno anche Meloni e La Russa. Lo scorso anno il presidente del Senato volò a Praga per rendere omaggio all’eroe anticomunista Jan Palach e non mancarono le polemiche. Ben diverso è l’approccio di Forza Italia con il leader Tajani: “Il 25 aprile vado alle Fosse Ardeatine. Questa non è una festa né di destra né di sinistra. Nessuno se ne può appropriare perché è una festa di tutti i 60 milioni di cittadini italiani“.
D’altra linea è Matteo Salvini. Quest’ultimo non ha in agenda la presenza in nessuna cerimonia per la Liberazione. Presenterà il suo libro a Milano e poi si recherà ad una festa leghista. Il ministro Lollobrigida incalza: “La parola antifascista? Purtroppo ha portato in tanti anni a morti. Fra qualche giorno sarà l’anniversario di Sergio Ramelli, un ragazzo di 17 anni, ucciso perché aveva fatto un tema contro le Brigate Rosse. Nel 1975 venne sprangato dagli antifascisti. E allora questo termine è troppo generico“.