La sconfitta in Sardegna ha dimostrato alla Lega e a FdI che il tempo degli scherzi è finito ed ora è il momento di concentrarsi e comprendere come prepararsi al meglio in vista delle prossime elezioni Regionali e in seguito per quelle europee. Il colpo più forte lo hanno incassato il premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini. La prima per la troppa convinzione sul candidato Paolo Truzzu, che l’ha portata a scontrarsi con l’amara verità di aver sbagliato, e il secondo per la mancanza di consensi registrata nella Regione, dove la Lega ha ottenuto meno del 4% dei consensi.
La Sardegna è ormai già una storia passata e la maggioranza sembra proiettata al futuro e sembra pronta a concentrarsi e sviluppare una strategia che permetta loro di non sbagliare più. Il percorso più giusto da seguire sembra essere quello più volte manifestato da Matteo Salvini, ovvero la ricandidatura dei governatori uscenti. La nota ufficiale sui candidati sembrava pronta già lo scorso martedì sera, eppure qualche piccolo imprevisto ne ha rimandato la pubblicazione a ieri. Salvini ora potrebbe giocarsi il tutto per tutto per le elezioni regionali in Veneto del 2025, dove forse l’ipotesi del terzo mandato per Luca Zaia non sembra più così lontana.
FdI: “In Sardegna ci ha indeboliti il blocco della Lega“
La bruciatura della sconfitta in Sardegna è ancora fresca per FdI che sta cercando di minimizzare la portata dell’evento e di procedere il più velocemente possibile verso il prossimo possibile successo. A prendere parola anche Arianna Meloni, sorella maggiore del premier, che ha cercato di spostare il peso delle colpe su dei non ben definiti ritardi: “Siamo arrivati tardi col candidato, hanno vinto di tremila voti su…“. Meloni ha cercato di minimizzare, mentre Lollobrigida ha provato a critica alcuni agenti esterni che avrebbero influito sulla scelta degli elettori: “Un mese di liti sui giornali non ha aiutato…“.
Il filo conduttore di entrambe le dichiarazioni, però, è solo uno: Matteo Salvini. Il candidato Paolo Truzzu è stato presentato in ritardo perché per tutto il mese di gennaio il leader leghista si è opposto alla scelta e allo stesso modo le liti sui giornali erano presenti perché il leghista non voleva cedere alle richieste di Meloni. Ora, quanto questi due elementi abbiano realmente influito sul voto del popolo sardo non è dato saperlo, ma FdI sembra aver trovato il suo capro espiatorio, dopo che il pentimento di Paolo Truzzu si è rivelato fallimentare.
Ora anche FdI vuole smettere di ripetere gli stessi errori, per questo è stato deciso di presentare subito la nota sull’ufficialità dei candidati in Basilicata, Umbria e Piemonte. Verranno ricandidati tutti gli uscenti e su questo sembrano non esserci molti dubbi al momento. Per quanto riguarda l’ipotesi terzo mandato in Veneto, la discussione è stata rimandata a dopo la chiusura die voti in Abruzzo.
I dissapori nella Lega e l’ipotesi Fedriga
Matteo Salvini ha ottenuto la sua rivincita morale su Giorgia Meloni, anche se la certezza che col candidato leghista in Sardegna sarebbe finita meglio non esiste. Ora il vicepremier leghista può permettersi di fare delle richieste e ovviamente il terzo mandato torna un’ipotesi più forte di prima. Ancora presto per discuterne, ora bisogna pensare alle Regionali in Abruzzo, dove bisogna evitare la sconfitta a tutti i costi. Si avvicinano anche le Europee e le decisioni da prendere sono ancora troppe.
Il leader leghista ha un bel da fare, visto anche lo scontento crescente nel partito. C’è chi non approva la difesa del generale Vannacci e chi pensa che la sconfitta del 4% in Sardegna sia da imputare tutta al segretario del partito. Matteo Salvini rimane quindi instabile al centro di una coalizione che continua a fratturarsi, eppure una certezza è riuscito ad ottenerla: Massimiliano Fedriga non ha intenzione di sostituirlo. La sicurezza per Salvini deriva proprio dalle dichiarazioni del collega, che a Un giorno da pecora ha affermato. “Io leader della Lega al posto di Salvini in caso di tonfo alle Europee? No, io continuerà a fare il governatore del Friuli-Venezia Giulia, ve lo assicuro“.
Le elezioni venete del 2025
Si torna a parlare di terzo mandato, a pochi giorni dallo stop in Commissione Affari Costituzionali e a poche settimane dal prossimo voto a Palazzo Madama. La Lega non ha intenzione di lasciar andare la questione, così come i leghisti veneti che hanno dichiarato convinti: “Se dovessero bocciarci di nuovo il testo, siamo pronti a riproporlo ancora“. In Veneto la rinuncia a Zaia non è vista come una possibilità, eppure lo stesso governatore ha già dato il suo via libera ad una lista con il suo nome per le Regionali, sia nel caso in cui venga candidato oppure no.
Intanto FdI e FI rimangono fermi sulle loro idee e quindi sembra che il terzo mandato non verrà approvato neanche a Palazzo Madama. Gasparri è stato perentorio a riguardo: “Il nostro voto non cambierà, siamo contrari al terzo mandato“. Nel caso in cui i leghisti continuino a proporre la questione, FdI potrebbe decidere di porre la questione di fiducia sul provvedimento, costringendo la Lega a fare un passo indietro. Sull’ipotesi, il leghista Tosato ha confermato: “Allora sì, saremmo costretti a lasciar perdere. Certo non voteremo la sfiducia al governo“.