La stretta sul superbonus sta mettendo a dura prova la maggioranza con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti da una parte e il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dall’altra. “Io sono amico di Giorgetti, ma ‘quando si fanno delle scelte bisogna concordarle”, ha detto il vicepremier e leader di Forza Italia.
Sul Superbonus “se non sarà modificato il provvedimento voteremo contro“, ha poi aggiunto il leader azzurro a margine del confronto con il Consiglio confederale di Confcommercio. “Se si trova una posizione positiva siamo sempre pronti ai compromessi, i nostri senatori sono pronti a confrontarsi. Io credo che in un sistema giuridico come il nostro non si possano applicare norme con effetti retroattivi. Questo non significa non rendersi conto dei danni del superbonus“, ha concluso.
Superbonus, le parole di Tajani
Antonio Tajani, ospite di ‘In mezz’ora’, parla a proposito delle ricostruzioni che parlando di frizioni con il ministro dell’Economia sul Superbonus. ”Nessuno vuol fare altro debito, io sono assolutamente d’accordo che bisogna stringere i freni sul superbonus, lo sono sempre stato. Bisogna fare delle scelte che entrino in vigore dal momento in cui viene approvata una norma. Le norme con effetto retroattivo non fanno parte della cultura liberale”.
‘”Si tratta di un emendamento, presentato dal Mef, dove a mio giudizio, dal punto di vista giuridico, ci sono delle incongruenze con il sistema italiano. Ci sono infatti delle norme retroattive. Io credo che un sistema democratico, proprio per non minare la fiducia tra il governo, lo Stato e le imprese e i cittadini, non possa approvare delle norme retroattive”, ha poi aggiunto.
La stretta di Giorgetti sul Superbonus
La maggioranza è impegnata sulla campagna elettorale per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Giorgetti dal suo canto cerca di recuperare miliardi di euro necessari per confermare nel 2025 il taglio del cuneo e gli sgravi Irpef. “I soldi non ci sono. Finiti. Stop” ha chiarito il ministro dell’Economia. Negli ultimi quattro anni – tra il 2020 e 2024 – con le varie leggi di Bilancio, lo Stato italiano ha accumulato altri 632 miliardi di debito pubblico e secondo lo stesso Giorgetti “il momento di metterci un punto è arrivato”.
Per il ministro, il problema è una buona parte della maggioranza di governo non sempre ha una netta concezione delle difficoltà della finanza pubblica. Di fatto, gli scudi si alzano sulla sugar tax: quest’ultima è stata introdotta e subito sospesa, ma il gettito è previsto in bilancio dal 2021, e ogni volta che si rinvia l’entrata in vigore quel mancato introito va coperto.