“Antonio Tajani mi è stato vicino per tanti anni, non ha mai sbagliato una dichiarazione o un intervento, può continuare così“, queste le parole che Silvio Berlusconi, fondatore di FI, ha affidato a Gianni Letta in uno dei suoi ultimi giorni di vita. Sul capo di Tajani durante le celebrazioni per il trentennio di Forza Italia è apparsa una corona, non appena Letta ha concluso il suo racconto.
Tajani è il giusto leader di Forza Italia, non è solo uno degli ultimi rimasti disposti a farsi carico del partito. La speranza delle Europee c’è ancora, così come quella di rimanere a lungo al governo. Letta sembra voler consolare e soprattutto vivacizzare un Tajani dalla voce un po’ troppo monotona, che sembra debba ancora imparare come muovere le masse.
Il leader forzista non ha però esitato a lanciare una frecciatina al braccio destro di Berlusconi, presentato sul palco con una battutina ironica: “Voglio ringraziare Letta, non è stato facile per lui perché ha fatto per la prima volta una scelta“. Letta sorride e raggiunge il palco per prendersi tutte le ovazioni del caso, facendo nuovamente dimenticare come sia uno dei pochi nel Salone delle Fontane dell’Eur a non avere la tessera del partito.
FI, il tributo di Gianni Letta a Silvio Berlusconi
Sul palco Gianni Letta si dice in difficoltà. Il suo turno è giunto subito dopo la fine del video della discesa in campo di Silvio Berlusconi, in cui per ben nove minuti e mezzo il Cavaliere ha spiegato le ragioni dietro alla sua scelta di entrare in politica. Prima tra tutte “L’Italia è il Paese che amo“, sei parole che avrebbero cambiato l’Italia, anche se nessuno lo aveva ancora capito.
“È difficile vincere l’emozione dopo aver sentito quella voce, e ci vuole coraggio, forse incoscienza per dire anche solo una parola dopo un discorso che ha fatto la storia e conserva a trent’anni di distanza tutta la forza della sua ispirazione“, ha esordito così Gianni Letta dal palco delle celebrazioni di Forza Italia. Davanti a lui, in prima fila, gli esponenti di partito con qualche assente importante. Marta Fascina non c’è, probabilmente per il troppo dolore che la manifestazione avrebbe potuto provocarle, e non ci sono neanche i cinque figli del Cavaliere.
Gianni Letta, però, spiega che la sua presenza è necessaria proprio per sopperire a queste mancanze: “I figli mi hanno chiesto di essere qui, di portare la testimonianza della loro convinta partecipazione, il loro sostegno nel segno della continuità come papà voleva e come il papà avrebbe voluto dirvi direttamente“. Letta si trasforma improvvisamente in un fantoccio che a tratti è controllato dal Cavaliere in persona, in quanto sente necessario riportare le parole a lui affidate in intimità, in altri controllato gli eredi Berlusconi.
Un messo speciale, inviato per portare le disposizioni di chi non ha avuto interesse ad esserci di persona, ma solo con lo spirito e soprattutto con i sussidi. Letta rassicura anche su questo: “Ci sono le radici del futuro, perché lì c’è l’avvenire e il successo di Forza Italia dei prossimi trent’anni e ancora trenta“.
FI, l’ombra di Pier Silvio Berlusconi
Antonio Tajani è il leader giusto per FI, lo ha confermato anche Silvio Berlusconi tramite le parole di Gianni Letta. La festa può continuare tra canzoni degli anni ’90 e videomessaggi nostalgici ma anche di entusiasmo verso il futuro. Tutto prosegue per il meglio, finché non si inizia a riflettere meglio sulle parole del Consigliere di Berlusconi. “I figli del cavaliere hanno tenuto un comportamento esemplare dopo il 12 giugno. Sono stati uniti, premurosi verso Marta e disponibili verso gli amici di Silvio. Attenti all’impero, a tutto quello che il papà aveva realizzato e che amava, compresa la sua creatura politica. Hanno saputo garantire la successione che ha dato continuità alle aziende“.
Fin qui nulla di strano, se non fosse però per la frase conclusiva di questo elogio: “Tutto quello che Silvio ha creato deve continuare nel suo nome“. Letta non spiega più nulla e alcuni presenti rimangono turbati. Qual è il senso di questa frase? Una sorta di previsione o un annuncio celato?
In molti sperano nella discesa di Pier Silvio, ma anche di sua sorella Marina, che potrebbero cimentarsi in un altro dei settori dominati da loro padre. Pier Silvio non ha smentito nulla, così come non lo smentì del tutto subito dopo la morte del parte: “Io in politica? Per ora no“. Otto mesi dopo l’imprenditore potrebbe aver cambiato idea, ma come ha specificato l’avvocato di Letta: “Le cose si commentano quando avvengono“.