L’ex premier Mario Draghi ieri ha partecipato alla riunione informale dei ministri dell’economia dell’Ue, all’Ecofin di Gand, in Belgio. Il suo intervento ha messo in luce un rapporto, che Ursula Von Der Leyen gli ha incaricato di redigere, sul futuro dell’Europa in un nuovo ordine mondiale in cui Stati Uniti e Cina si combattono il monopolio dell’economia globale. Per non rimanere schiacciata tra i due colossi, l’Europa ha bisogno di grandi investimenti, per una cifra di 500 milioni l’anno.
Ue, Draghi: “Non solo denaro pubblico”
“Come tutti sappiamo, negli ultimi anni si sono verificati molti cambiamenti profondi nell’ordine economico globale. Questi cambiamenti hanno avuto diverse conseguenze. Una di queste è chiara: in Europa dovremo investire una somma enorme in un tempo relativamente breve“. Lo ha dichiarato l’ex presidente della Bce e ed ex premier, Mario Draghi, durante il suo intervento alla riunione informale dell’Ecofin a Gand, in cui ha mostrato al mondo il report che Von Der Leyen gli ha incaricato di redigere con lo scopo per fare il punto sulla situazione europea.
L’obiettivo è mantenere un alto grado di competitività nelle due sfide con cui l’Europa dovrà confrontarsi per mantenersi a galla: la transizione ecologica e la transizione digitale. Rispetto agli investimenti necessari, Draghi ha precisato che, “non intendo solo il denaro pubblico, ma anche i risparmi privati: come si potrebbero mobilitare le risorse private in misura molto più elevata rispetto al passato e sono impaziente di avere questa discussione“.
Per rimanere al passo con Cina e Stati Uniti Draghi stima una somma di 500 miliardi l’anno, che sono pari al 3% del Pil Ue annuo: in questo modo l’Europa di manterrebbe in carreggiata nella velocità di sviluppo della transizione verde e tecnologica.
Ue, Dombrovskis: “Considerare l’aspetto geopolitico”
“Ci concentreremo sui tradizionali motori della competitività, ma non possiamo ignorare il contesto geopolitico più ampio“. Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento all’Ecofin informale a Gand. Il programma, precisa Draghi, non è solamente economico e deve tenere in considerazione non sono gli aspetti geopolitici che cambieranno l’asset mondiale come i conflitti in atto, un ritorno di Trump alla Casa Bianca o un eventuale modifica dei rapporti economici che regolano il funzionamento dell’Ue.
Infatti il vecchio ordine mondiale su cui l’Europa ha edificato la sua fortezza non esiste più: non esiste più la disponibilità della Russia a fornire un apporto energetico sufficiente, non esistono più -solo- le esportazioni cinesi, non esiste l’incondizionata disponibilità degli Usa a difendere l’Europa che aveva caratterizzato il periodo bipolare e quello subito dopo.
Per tutte queste ragioni la via della transizione verde deve essere imboccata il prima possibile e “il senso di urgenza deve riguardare le catene di approvvigionamento” ha spiegato l’ex governatore di Bankitalia.