“Ho l’impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante un intervento a SkyTg24 Live In, manifestando la sua preoccupazione riguardo la guerra in Medio Oriente. “Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico”.
“Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas”, ha aggiunto Crosetto. “Ma fin dal primo giorno abbiamo detto che questa cosa andava affrontata in modo diverso. Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione”.
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Un progetto per una difesa europea integrata
Crosetto ha poi illustrato un progetto per una difesa europea integrata: “Ho preparato un progetto che offrirò a tutti i miei colleghi europei, perché sono stufo di parlare di grandi teorie senza che poi ci sia una parte pratica da cui partire. Difesa europea per me vuol dire mettere insieme eserciti, marine e aeronautiche diverse e metterle in grado di cooperare. Quindi bisogna partire da cose molto concrete e pragmatiche”.
“Aspetto che passino le elezioni europee per proporre il mio progetto a tutti i miei colleghi in Europa e vedere se può essere un punto di partenza per raggiungere un obiettivo di sicurezza che serve ai nostri figli e ai nostri nipoti”, ha concluso.
Le preoccupazioni per una guerra prolungata in Medio Oriente
La prospettiva di una lunga guerra in Medio Oriente è “molto preoccupante“, ha detto Crosetto, paragonandola al conflitto in Ucraina. “Quello che sta accadendo dimostra che tutto il mondo, tutta la comunità internazionale, anche quando è unita nel chiedere la stessa cosa, alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato il cui governo o la cui guida decide di fare un’azione come quella che sta accadendo in Ucraina o a Rafah. Per cui la debolezza della comunità internazionale è la mia preoccupazione più grande”.
L’importanza della coesione europea
Il ministro ha espresso preoccupazione per la mancanza di visione condivisa tra le nazioni europee nel conflitto in Ucraina. “Nessuno ha una visione condivisa, e si ha una tempistica surreale, ci comportiamo come se nulla fosse cambiato. In certi momenti, alcuni leader, soprattutto quando ci sono le elezioni, parlano delle loro idee senza averle confrontate, e alla fine si creano panne montate da cui è difficile uscire, e danno poca credibilità. Noi dovremmo essere compatti: o difendo la pace o apro alla forza”.
“Noi aiutavamo un popolo a difendersi per ripristinare i confini, questo è l’obiettivo in cui ci siamo mossi in Ucraina e vorrei fosse fatto in modo compatto“, ha aggiunto il ministro. “Cadono bombe in continuazione, ormai siamo assuefatti, ma chi abita là ogni giorno riceve attacchi: 10mila granate al giorno. A Kharkiv i russi stanno tentando di sfondare per conquistare l’Ucraina e se mai alla Russia riuscisse il tentativo, se mai arrivasse a Kiev, allora sì, noi saremmo nel pericolo maggiore, saremo sull’orlo di una terza guerra mondiale perché ci sono nazioni europee che fanno parte della Nato e mai potrebbero accettare la Russia ai loro confini”.
La situazione drammatica a Rafah e Gaza
“Fin dal primo giorno abbiamo detto di fermare l’attacco su Rafah e non siamo stati ascoltati. Ora guardiamo con disperazione la situazione“, ha continuato Crosetto. “Noi ora stiamo aiutando le persone in difficoltà, ma non basta, ho l’impressione che con questa scelta Israele semini un odio che coinvolgerà i loro figli e nipoti. Avrei preferito una scelta diversa, pur capendo tutte le ragioni. Hamas è un conto e il popolo palestinese un altro”.
“Qualunque elemento di destabilizzazione ulteriore di una zona già sull’orlo di un abisso diventa rilevante. Non solo per quella zona specifica, che sia Rafah o Gaza, ma per tutto il Medioriente. Gli effetti di ulteriori elementi di criticità in quella zona coinvolgono una zona molto più ampia che arriva al Libano ma che si estende anche ai paesi vicini. C’è una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso“, ha concluso Crosetto, sottolineando come “non si tenga conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas. Questa cosa non è più giustificabile”.
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