La strana proposta di Borghi arriva in un momento di crescente tensione politica e di dibattito sull’identità nazionale ed europea, con le elezioni ormai prossime e candidati di varie correnti politiche che propongono approcci totalmente diversi fra loro all’UE.
Borghi, noto per le sue posizioni euroscettiche, ha dichiarato: “La bandiera italiana è una sola: il Tricolore, affiancato quando possibile dalla bandiera della Regione”. Sul suo profilo social, il 16 maggio, ha ribadito la sua intenzione di entrare “in quell’orrido palazzo con il piccone”, riferendosi al Parlamento europeo, proponendo una legge che, pur non vietando l’uso della bandiera dell’Unione Europea, eliminerebbe l’obbligo di esporla.
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Le reazioni alla proposta di Borghi
La proposta di Borghi ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti. Chiara Braga, capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, ha risposto con sarcasmo: “Mi sembra un passo avanti. Matteo Salvini non si riconosceva neanche nel Tricolore. Mi aspetto presto una proposta per le bandiere delle contrade, dei sestrieri e dei rioni. Da Ventotene al cortile di casa. Viva l’Europa”.
Anche Graham Watson, capolista di Stati Uniti d’Europa nella circoscrizione del Nord-Est, ha espresso il suo disappunto, esortando un intervento del governo: “La proposta del senatore leghista Claudio Borghi è pura follia” afferma Watson, “Togliere la bandiera europea dagli uffici pubblici sarebbe il primo passo di una strategia suicida. Gravissimo poi che la proposta venga da un parlamentare di maggioranza. Giorgia Meloni ha l’obbligo di chiarire subito”.
Forza Italia si oppone alla proposta
Le critiche più severe provengono però dagli stessi alleati di governo di Borghi. Fulvio Martusciello, capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo, ha preso le distanze dalla proposta: “La proposta della Lega di togliere la bandiera dell’Unione Europea dagli edifici pubblici dimostra quale considerazione ci sia nei confronti dell’Europa. Se continuano così, non toccheranno palla nel prossimo Parlamento, e viene da chiedersi per che cosa si siano candidati”.
Questa proposta segna un significativo ritorno alle origini per la Lega, partito che nasce con posizioni di separazionismo, per poi aprirsi al resto d’Italia e d’Europa cancellando la parola Nord dal suo nome. Il fondatore Umberto Bossi era stato condannato per vilipendio alla bandiera per dichiarazioni provocatorie come “il Tricolore lo uso per pulirmi il culo”. Negli anni, il partito ha rielaborato la sua posizione sull’identità nazionale, pur mantenendo un forte atteggiamento critico verso l’Unione Europea.
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