Con 95 sì il Senato da il via libera alla norma che dà la possibilità alle Regioni di “avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” all’interno dei consultori. La fiducia al decreto Pnrr data dal Senato sancisce anche l’okay definitivo all’emendamento sull’aborto tanto discusso in questi ultimi giorni. Nei consultori quindi, ci possono essere i Pro vita, nel luogo in cui si attuano la maggior parte delle certificazioni per l’aborto.
Dall’opposizione sorgono non poche polemiche. Pd e 5 Stelle si trovano di nuovo uniti per contrastare il via libera ottenuto al Senato. Per la Maiorino e Valente, si tratta di un “attacco bello e buono alla legge e di una mano tesa agli antiabortisti“. La pentastellata promette di “combattere contro la folle idea dell’esecutivo di consentire alle associazioni antiabortiste di accedere nei consultori al momento della scelta delle donne di abortire. Si tratta di una violenza nei loro confronti, dei loro diritti, della loro autodeterminazione e della loro libertà di scelta“.
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Aborto: provvedimento diventa legge
Il via libera del Senato comporta il voto sull’intero provvedimento, il quale è stato approvato dalla Camera in prima lettura, e diventerà legge. Il sì del Senato preclude tutti gli ordini del giorno, non si procederà quindi alla votazione degli Odg presentati dal Pd e M5s sul diritto all’aborto. Di fatto si va oltre la previsione già indicata nella 194, la legge sull’interruzione di gravidanza, dove si parla della possibilità per i consultori di fare convenzioni con “idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
Ma nel Pnrr sono entrati anche degli emendamenti su altri temi sanitari. In particolar modo è stato ampiamente discusso quello che riguarda lo svuotamento del fondo per il Piano complementare destinato alla messa in sicurezza, dal punto di vista dell’antincendio e dell’antisismica, degli ospedali. Il governo ha detto che gli interventi potranno essere finanziati dal fondo previsto dall’ “articolo 20”, che finanzia l’edilizia sanitaria.
Un altro emendamento prevede poi, l’eliminazione dei riferimenti all’adesione dell’Italia Green pass dell’Oms, per affrontare eventuali nuove emergenze sanitarie. L’obiettivo è anche quello di aiutare il rilascio di certificazioni sanitarie digitali utilizzabili in tutti gli Stati.
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