Un atto di coraggio e responsabilità.
Fondare un giornale quotidiano è un atto di coraggio e di responsabilità. Di coraggio perché i giornali, tra la carta e il web, sono in crisi da anni e viaggiano verso un ridimensionamento progressivo. Di responsabilità perché, chiunque abbia da dire e da scrivere qualcosa, si incarica di farlo assumendosi l’onere, più che l’onore, di una impresa culturale che faccia della continuità il proprio tratto distintivo.
La nascita del Difforme avviene a maggio, cioè allo sbocciare completo della primavera e vorrebbe proporsi come una novità nel panorama editoriale. Non nella sua formula, visto che si tratta di un giornale generalista on line, ma nella trattazione degli argomenti.
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Il Difforme, lo dice la testata stessa, non è allineato, non è organico ad un partito, non appartiene a lobby o a gruppi di potere. Avrà un’ampia parte informativa e un’altra di opinioni tra le più varie e composite, in modo da fornire al lettore gli strumenti per formarsi un pensiero autonomo. Non parleremo solo di guerra o pandemia – due temi irrinunciabili di questi tempi – ma anche di politica, società, cronaca, sport, spettacoli e cultura.
Il Difforme sarà un giornale dialettico e laico. Dialettico perché aperto al confronto, laico perché fuori dalle militanze. Questo non significa rinunciare alle scelte di campo e alle contrapposizioni: aggressività e fermezza saranno segni distintivi di questa testata.
Il terreno dell’innovazione non ci sarà estraneo. Vogliamo essere uno strumento di comunicazione diversa, fortemente alternativa, caratterizzata da moduli espressivi lontani dal gergo e dalle convenzioni.
La redazione è formata da tre vice direttori, da un segretario di redazione e da una schiera di giovani cronisti assetati di notizie e di esperienza.
Nella mia vita di direttore errante e fortunato, mi è già capitato di dirigere un quotidiano generalista cartaceo (Il Corriere di Livorno) e le News di una televisione generalista (Agon Channel). Al contrario mi mancava la direzione di un quotidiano on line. Ovviamente mi accosto a questa avventura con il massimo dell’umiltà, consapevole che la sfida sarà impegnativa e i lettori tutti da conquistare.
Per farlo non abbiamo altri mezzi che non siano il rigore, il lavoro, l’onestà intellettuale, la passione del racconto. Se derogheremo anche da uno solo di questi princìpi falliremo nel nostro obiettivo. Tuttavia chiediamo a chi avrà la curiosità di leggerci, vederci e ascoltarci di darci fiducia. Il nostro sarà un vascello che si muove nel mare tempestoso dell’editoria. Abbiamo bisogno di tempo, di comprensione e di pazienza. L’editore, che ringrazio per avermi scelto, è uno di noi. Conosce la fatica che dovremo fare e la condividerà fin dall’inizio. Ma ogni ambizione è commisurata alle difficoltà. E noi sappiamo sia da dove partiamo, sia dove vogliamo arrivare.
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