La sentenza che condannava Weinstein a 23 anni di carcere è stata annullata con una votazione di 4 voti contro 3. I giudici, in prevalenza donne, hanno individuato un errore cruciale nel processo del 2020 presieduto dal giudice James Burke. Quest’ultimo aveva permesso ai procuratori di chiamare a testimoniare alcune donne che avevano accusato Weinstein di aggressioni sessuali, nonostante queste accuse non fossero parte dei capi d’imputazione.
La decisione della Corte d’Appello sottolinea il principio fondamentale della giustizia che l’imputato ha il diritto di essere considerato responsabile solo per i crimini di cui è formalmente accusato. Questo verdetto rimuove un’ombra di dubbio sul processo di Weinstein, evidenziando che la giustizia deve basarsi su fatti concreti e specifici.
Lauren Young, Dawn Dunning e Tarale Wulff, le donne che hanno testimoniato sui loro incontri con Weinstein, si erano basate su una legge statale che consente di menzionare “precedenti atti negativi” in tribunale per mostrare una coerenza nel comportamento dell’imputato nel tempo. Tuttavia, la Corte d’Appello ha sottolineato che l’utilizzo di tali testimonianze per giustificare le accuse non direttamente correlate ai capi d’imputazione rappresenta una violazione dei diritti dell’imputato.
Weinstein verrà liberato?
La decisione della Corte d’Appello ha notevolmente polarizzato l’opinione pubblica. Mentre l’avvocato di Weinstein, Arthur Aidala, ha celebrato la decisione come una vittoria non solo per il suo cliente ma per ogni imputato nel sistema penale dello Stato di New York, le vittime e gli attivisti hanno espresso preoccupazione per l’effetto che potrebbe avere sulle donne che denunciano abusi sessuali.
Il destino di Weinstein rimane incerto. Naturalmente non sarà rilasciato, verrà invece trasferito in un carcere in California in attesa di un nuovo processo, dove cercherà di annullare la sua condanna nel maggio prossimo. Il procuratore Alvin Bragg, già impegnato nel processo contro Donald Trump per i fatti della pornostar, dovrà decidere se tornare a mettere l’ex produttore cinematografico di nuovo in stato di accusa: “Faremo quanto è in nostro potere e restiamo fermamente dalla parte delle sopravvissute agli assalti sessuali” ha affermato.