Il Senato degli Stati Uniti ha varato una legge che potrebbe segnare la fine di TikTok nel paese, dando sei mesi alla società cinese ByteDance per vendere la sua popolare piattaforma di social media. La misura è stata inserita all’interno di quelle che prevedono un pacchetto di aiuti esteri del valore di 95 miliardi di dollari, includendo assistenza militare a nazioni come Ucraina, Israele e Taiwan. La proposta di legge ha superato il Congresso e ora è pronta per essere firmata dal presidente Joe Biden.
La decisione è arrivata a seguito delle crescenti preoccupazioni riguardo alla sicurezza nazionale e alla privacy degli utenti americani. TikTok, con i suoi 170 milioni di utenti negli Stati Uniti, è stato oggetto di sospetto da parte delle autorità americane e di altri funzionari occidentali, che temono che l’app possa essere utilizzata da Pechino per raccogliere dati sensibili e condurre attività di spionaggio.
TikTok: tiro alla fune tra protezione dei dati e libertà di stampa
La decisione del Senato degli Stati Uniti ha sollevato interrogativi sulla futura sorte di TikTok e sulle implicazioni più ampie per la regolamentazione delle app straniere negli Stati Uniti. Se il governo vede questa mossa come un passo necessario per proteggere la sicurezza nazionale, la possibilità che apra la strada a un aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e sollevi preoccupazioni riguardo la libertà di espressione online, è piuttosto consistente.
Le autorità statunitensi ritengono da tempo che la sicurezza nazionale sia gravemente minacciata da TikTok, permettendo a Pechino di monitorare e influenzare gli utenti americani attraverso la raccolta di dati. Tuttavia, il divieto di TikTok potrebbe portare a importanti conseguenze legali, poiché il disegno di legge conferisce al presidente degli Stati Uniti l’autorità di designare altre applicazioni come minacce alla sicurezza nazionale se controllate da Paesi considerati ostili, o anche se gestite da aziende o personaggi scomodi.
La questione ha diviso le opinioni, con il miliardario Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter), che si è recentemente schierato contro il divieto di TikTok, sostenendo che ciò sarebbe contrario alla libertà di parola e di espressione. Tra i vari social media maggiormente diffusi, X è probabilmente quello più elastico dal punto di vista della tipologia di contenuti pubblicabili, e Musk sa bene che una censura a TikTok potrebbe tradursi in futuro in un precedente capace di censurare anche altre piattaforme.