Dopo giorni di silenzio stampa sulla morte di Alexei Navalny, l’oppositore politico di Putin morto in carcere, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di rilasciare alcune dichiarazioni pubbliche e di dire la sua in merito alla morte del dissidente. Ovviamente, il tycoon americano non poteva non distinguersi dalle masse e anche su questa vicenda le sue affermazioni hanno fatto il giro del mondo e attirato non poche critiche.
Donald Trump si sente perseguitato, a causa dei numerosi processi di cui è stato protagonista, e questo fatto non è un segreto. Ai microfoni di Fox News l’imprenditore statunitense e candidato in corsa per le prossime presidenziali ha però alzato la posta delle sue accuse, affermando di “sentirsi un perseguitato politico proprio come Navalny“.
Il paragone di Donald Trump con Alexei Navalny
“Sono stato incriminato quattro volte… tutto a causa del fatto che sono in politica, per cose ridicole” ha dichiarato l’ex presidente Donald Trump nel corso di un dibattito in un comizio a Greenville, paragonando poi le presunte trasformazioni in atto nel Paese con la situazione in Russia: “Sta accadendo anche nel nostro Paese. Ci stiamo trasformando in un Paese comunista in molti sensi. Io sono il candidato principale e vengo incriminato“.
Nessun riferimento nel suo discorso a Putin, il cui nome non viene mai nominato. L’unico riferimento è quello a Navalny, la cui persecuzione ricorda a Trump ciò che lui stesso sta vivendo. Non mancano poi i paragoni con la sua condanna in un processo per frode civile che lo ha visto colpevole e costretto e pagare una penale di 355 milioni di dollari. “È una forma di Navalny – ha dichiarato il magnate americano – si tratta di una forma di comunismo, di fascismo“.
Le dichiarazioni di Trump su Navalny
Il candidato presidente Donald Trump, nel pieno della campagna elettorale per le primarie degli Usa, ha deciso di interrompere il suo silenzio sulla tragica morte di Navalny, esprimendo il suo parere sulla sua situazione: “Quella di Navalny è una vicenda molto triste, è stata una persona molto coraggiosa perché è tornato indietro quando avrebbe potuto stare lontano“.
Il tycoon americano ha iniziato così il suo discorso sulla figura controversa di Alexei Navalny, dando anche un suo parere sulle azioni e le decisioni dell’oppositore russo: “Probabilmente sarebbe stato molto meglio parlare dall’esterno del Paese invece di rientrare, perché la gente pensava che potesse succedere e così è successo. Ed è una cosa orribile“.