Trump alza i toni contro Putin: “Vuole fermare la guerra o mi prende in giro?”

Un ulteriore passo in avanti a seguito della giornata di oggi riguarda il progetto della "coalizione dei volenterosi", ovvero dell'insieme delle truppe di Paesi aderenti, guidate da quelle francesi e britanniche. Gli Usa potrebbero infatti aver deciso di concedere loro le garanzie di sicurezza necessarie per operare sul suolo ucraino

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I colloqui che oggi si sono svolti in Vaticano a margine dei riti funebri di Papa Francesco sembrerebbe che abbiano dato la tanto necessaria scossa ai leader mondiali, occupati da anni a cercare di porre fine al conflitto russo ucraino. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha infatti pubblicato sul suo social network, Truth, in post che sembrerebbe proprio una minaccia rivolta al suo omologo russo.

Il Tycoon ha infatti sottolineato come gli attacchi perpetrati negli ultimi giorni dalla Russia nei confronti di Kiev sarebbe stati immotivati e soprattutto superflui. Proprio questo accanimento avrebbe convinto il presidente americano che “Putin non vuole fermare la guerra” e che, forse, “mi sta prendendo in giro e deve essere trattato in modo diverso, attraverso sanzioni bancarie o secondarie“. Una possibilità piuttosto dura, che però sembra rispondere alle richieste dell’Ucraina, che da mesi pretendono dagli Usa posizioni più dure nei confronti di Mosca.

Ucraina, il Presidente russo, Vladimir Putin
Il Presidente russo, Vladimir Putin

Il Tycoon solo la scorsa settimana, messo di fronte alla possibilità che Mosca stesse temporeggiando prendendo in giro gli Stati Uniti, aveva risposto durissimo, chiarendo che la sua intera vita e la sua intera carriera si sono basate sulle trattative, per cui sarebbe perfettamente in grado di riconoscere chi si sta approfittando della sua buona fede.

Trump accusa il New York Times: fake news sulla guerra in Ucraina

Nel corso del suo lungo post, poi, Trump ha rivendicato nuovamente come il conflitto in corso in Ucraina non sia nato sotto il suo mandato, ma sotto quello del suo predecessore, Joe Biden, e in parte anche a causa di Barack Obama. Inoltre, il Tycoon avrebbe anche criticato un articolo di un giornalista del New York Times, Peter Baker,il quale avrebbe sostenuto che parte delle azioni del titolare della Casa Bianca fossero messe in atto non per proteggere l’Ucraina, ma per dare man forte all’azione di Valdimir Putin.

Non importa quale accordo faccio per la Russia e l’Ucraina, il New York Times ne parlerà sempre male“, ha tuonato il leader repubblicano, chiarendo poi che le informazioni riportate nell’articolo sarebbero essenzialmente scorrette. Secondo il racconto di Trump, il giornalista del New York Times avrebbe sostenuto che per porre fine alla guerra in modo equo, l’Ucraina dovrebbe riprendersi parte dei suoi territori, compresa la Crimea. A tale dichiarazione, Trump ha quindi risposto mettendo in luce che in realtà sarebbe stata l’amministrazione Obama a permettere alla Russiadi rubare la Crimea all’Ucraina senza che neanche un colpo venisse sparato“.

Usa aprono a garanzie di sicurezza per i volenterosi

Un ulteriore passo in avanti a seguito della giornata di oggi riguarda il progetto della “coalizione dei volenterosi“, ovvero dell’insieme delle truppe di Paesi aderenti, guidate da quelle francesi e britanniche, che potrebbero recarsi sul territorio ucraino a seguito del cessate il fuoco con la Russia. Gli Stati Uniti potrebbero aver deciso di aprire alla possibilità di garantire sicurezza a questa coalizione promossa da Keir Starmer ed Emmanuel Macron.

La notizia è un’indiscrezione della testata Telegraph, che avrebbe riportato come i funzionari Usa abbiano aperto alla fornitura di intelligence e supporto logistico ai soldati britannici ed europei per sostenere un accordo di pace in Ucraina via terra, aria e mare. Inizialmente, il presidente Usa era piuttosto scettico sulla situazione e nell’ultimo incontro aveva rifiutato di fornire lo scudo di sicurezza chiesto dalla coalizione. Sempre il Telegraph, infatti, nei giorni scorsi aveva sottolineato la possibilità che i leader potessero decidere di abbandonare il progetto, in quanto ritenuto troppo poco sicuro senza l’alleanza con gli Stati Uniti.

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