Tomahawk, arriva il via libera del Pentagono ma deciderà Trump: quali sono gli scenari

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Tomahawk si o Tomahawk no? La decisione è stata presa e dai corridoi del Pentagono fanno sapere che la Casa Bianca ha ricevuto il loro via libera per fornire all’Ucraina i fantomatici missili a lungo raggio dopo aver valutato che ciò non avrebbe avuto un impatto negativo sulle scorte statunitensi. La decisione politica finale è così scivolata nelle mani del presidente a stelle e strisce, Donald Trump, al quale spetta l’ultima parola.

Se ne discuteva da tempo, ed ora la Cnn riferisce della decisione presa dalla sede e quartiere generale del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America, citando tre funzionari statunitensi ed europei a conoscenza della questione. All’inizio di ottobre, il tycoon era stato al quanto caustico nel dire che avrebbe preferito di fornire i Tomahawk all’Ucraina per il timore di “cedere ciò di cui abbiamo bisogno per proteggere il nostro Paese“.

Insomma, di fatto una considerazione più che lecita che l’inquilino della Casa Bianca aveva riferito in modo diretto allo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso di un pranzo di lavoro tra i due. Lo Stato Maggiore congiunto ha informato la Casa Bianca della sua valutazione all’inizio di questo mese, esattamente poco prima dell’incontro tra Trump e il leader di Kiev del 18 ottobre, che ha insisto sicché i missili colpissero in modo più efficace gli impianti petroliferi ed energetici nelle profondità della Russia.

Nel dettaglio, infatti, i Tomahawk sono missili che vantano l’impressionante gittata, quindi il raggio d’azione, di circa 2500 chilometri. Insomma, l’ultima parola spetta al presidente che però si era già detto non certo di procedere in quanto sostiene il dubbio dell’impiego dei missili da crociera anche temendo che avrebbero provocato una escalation e affermando che comunque gli ucraini non sarebbero in grado di lanciarli. Lo scorso 22 ottobre, Trump, incontrando il segretario generale della Nato, Mark Rutte, aveva spiegato che “l’unico modo in cui un Tomahawk può essere sparato è se lo spariamo noi e non intendiamo farlo“.

Parole dure che a rileggerle oggi si inseriscono in un nuovo scenario in cui non si attende altro che il presidente a stelle e strisce prenda una decisione definitiva scandendo i futuri scenari della guerra in Ucraina. Intanto, con uno dei suoi colpi di scena, Trump cambia rotta sui test nucleari, dopo aver annunciato, meno di 48 ore prima, di avere ordinato la ripresa degli esperimenti atomici provocando le allarmate reazioni di mondo, in particolare di Russia e Cina, e fa sapere che la decisione diventerà operativa solo se altri Paesi lo faranno per primi.

Resta di fondo il dossier dei rapporti tra Usa e Russia non sembrano comunque destinati a riprende sul binario del timido dialogo avviato dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Secondo il Financial Times, gli Stati Uniti avrebbero annullato il vertice Trump-Putin, inizialmente programmato a Budapest, a causa delle “richieste dure” della Russia per risolvere il conflitto in Ucraina. La decisione di Washington sarebbe stata presa dopo una “tesa” conversazione telefonica tra il segretario di Stato Marco Rubio e il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov.

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