Russia, professore condannato a 5 anni di reclusione: era contrario alla guerra in Ucraina

Il professore era stato inizialmente condannato al pagamento di una multa di seimila euro, pena considerata troppo poco severa per l'accusa di "giustificazione del terrorismo"; l'Alta Corte ha quindi deciso di inasprire la pena con cinque anni di reclusione

Redazione
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Giustificazione del terrorismo” è questa l’accusa rivolta contro Boris Kagarlitsky, un professore e sociologo di Mosca, in Russia, condannato a dover scontare cinque anni di reclusione solamente per aver espresso alcuni dubbi sull’efficacia della guerra contro l’Ucraina. Al centro della polemica, che lo scorso luglio ha portato all’arresto del professore, ci sarebbe un post social in cui l’uomo avrebbe cerato di analizzare la conseguenze militari dell’attacco al Ponte di Crimea avvenuto nell’ottobre 2022.

Un post che non è piaciuto per nulla ai vertici del Cremlino che hanno visto nelle azioni di Kagarlitsky un atteggiamento eversivo e troppo pericoloso per la Nazione. Lo scorso 25 luglio, quindi, l’uomo è stato arrestato e trasferito in carcere. Quasi sette mesi dopo è giunta la notizia della condanna, aspra e assurda agli occhi degli occidentali, che però rappresenta la situazione che quotidianamente vivono i cittadini russi.

Russia, la condanna del professor Kagarlitsky

Cinque anni di reclusione e due anni senza la possibilità di amministrare siti web, è questa la condanna che la Corte d’Appello militare di Mosca, in Russia, ha deciso per Boris Kagarlitsky. Un uomo colto e distinto, professore dell’Alta Scuola di scienze socio-economiche di Mosca, la cui sola colpa è stata quella di esprimere dei dubbi sull’operazione speciale portata avanti dalla Russia in Ucraina.

Dubbi che gli sono costati molto cari, a causa dell’accusa di “giustificazione del terrorismo” che ora lo priverà della sua libertà per ben cinque anni. La notizia della condanna è stata riportata da vari media russi, tra cui l’agenzia Interfax che cita l’Alta Corte militare. Inizialmente Kagarlitsky, secondo le disposizioni della condanna di primo grado, avrebbe dovuto essere rilasciato e soggetto al pagamento di una multa pari a seimila euro. Questa condanna però non è sembrata abbastanza severa ed è stata dunque inasprita dall’Alta Corte, nonostante il tentativo di impugnare la condanna da parte della difesa del professore.

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