Robocop, Death Machine, Terminator, sono solo alcuni dei film ambientati in un futuro dispotico dove i robot si ribellano e uccidono a sangue freddo. A volte accade che la realtà superi l’immaginazione, e quello che è accaduto ad un’ingegnere Tesla ne è la prova.
Nel 2021, ad Austin in Texas, un ingegnere informatico – della nota azienda automobilistica targata Elon Musk – stava programmando un software per controllare l’assemblaggio delle auto, quando un robot lo ha immobilizzato e affondato gli artigli di metallo nel suo braccio. Una scena raccapricciante in cui i colleghi riescono a spegnere la macchina e l’uomo, liberandosi, si lascia dietro una scia di sangue. L’incidente del 2021 è venuto alla luce attraverso un record di infortuni depositato alle autorità di regolamentazione dalla stessa Tesla.
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Robot: gli episodi di violenza non solo in Tesla
Quello accaduto in Tesla non è il primo caso in cui un robot attacca l’uomo. Nel 1981, un dipendente della Kawasaki Heavy Industries, Kenji Urada è morto per aver ostacolato il percorso di un robot malfunzionante, mentre nel 2007 un cannone robotico antiaereo aveva ucciso per sbaglio nove soldati sudafricani. Un altro l’8 novembre 2023 in Corea del Sud, quando un operaio è stato scambiato per una scatola di peperoni ed è stato schiacciato da un braccio robotico.
Lavoro e robot: una risorsa che fa paura
Il futuro è sempre più smart e i robot di prossima generazione collaboreranno sempre di più con gli esseri umani. Una convivenza inevitabile che Kent Massey, direttore dei programmi avanzati di HDT Robotics, al New York Times, spiega: “Affinché i robot possano lavorare in modo più produttivo, devono uscire dalle loro gabbie ed essere in grado di lavorare a fianco delle persone. Per raggiungere questo obiettivo in sicurezza, i robot devono diventare più simili alle persone. Devono avere occhi e senso del tatto, oltre all’intelligenza per usare quei sensi“.
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